Una Fiat 127 prodotta dalla Lamborghini? Si, fra le sorprese che talvolta riserva il mondo dell’auto c’è stata anche questa.
Siamo nel 1979 e l’azienda di Sant’Agata non se la passa bene: dopo l’abbandono nel 1973 del patron Ferruccio, successivi passaggi proprietari dall’esito infelice e il periodo di amministrazione controllata si sta avvicinando ormai lo spettro minaccioso del fallimento. Da Torino cercano allora di dare una mano con la commessa, al limite del blasfemo ma utile in un momento difficilissimo, per circa un migliaio di vetture decisamente agli antipodi delle prestigiose granturismo che hanno reso celebre il marchio del Toro.
Altro che supercar
Così nella fabbrica destinata a supercar esasperate come la Countach, erede della mitica Miura, viene montata e allestita una strana versione della popolare utilitaria Fiat, battezzata Rustica. E’ una sorta di quella che oggi definiremmo crossover compatta (sotto i 4 metri di lunghezza), che strizza l’occhio alle fuoristrada, senza esserlo naturalmente (trazione soltanto anteriore), ma in grado di affrontare qualche strapazzo con una certa disinvoltura.
L'auto venuta dal Brasile
La struttura di base non è della “nostra” 127, ma della parente brasiliana 147 tre porte, dalla scocca più robusta, più alta da terra e con sospensioni rinforzate, mentre i pneumatici sono degli invernali adatti ad un impiego polivalente. Anche il motore, un 1.050 da 50 cavalli, è il monoalbero a camme in testa di origine latino americana, accoppiato ad un cambio a quattro marce di derivazione 128 con rapporti accorciati per affrontare meglio terreni difficili.
Abbondanti i rimaneggiamenti estetici e di allestimento per caratterizzare la vettura e onorarne il nome. La Rustica viene offerta in un unico colore, beige sabbia, con paraurti tubolari verniciati in nero e sormontati da vistose griglie parasassi, sia davanti che dietro, per proteggere i fari. Non mancano, inoltre, paraspruzzi alle ruote posteriori e, a richiesta, portabagagli a barre sul tetto. Un insieme un po’ da dura, dalle sottolineature perfino eccessive, che si ripropone all’interno, essenziale senza mezzi termini. I sedili, rivestiti in finta pelle beige, hanno una imbottitura minima, la plancia in plastica rigida raccoglie una strumentazione ridotta all’osso, sul pavimento semplici tappetini in gomma e di accessori neppure a parlarne. Resta, d’altra parte, ben sfruttato, al pari delle sorelle più “civili”, lo spazio abitabile e il vano bagagli è capiente.
Su strada, si ritrovano molte delle buone doti di comportamento della gamma 127, ma la Rustica è piuttosto rumorosa, concede poco al comfort e perde qualcosa quanto a velocità massima (sui 135 chilometri orari). In off-road, non si può chiedere più di tanto, però sterrati non troppo impegnativi e percorsi a scarsa aderenza sono ben sopportati.
Missione compiuta
La commessa Fiat termina nel 1981 e, nel frattempo, la Lamborghini ha tirato il fiato e cerca di rialzare la testa con l’arrivo del manager francese Patrick Mimran. Poi ancora problemi e, dopo varie vicissitudini con un passaggio in Chrysler, l’approdo definitivo, e finalmente risolutore, sarà in Audi nel 1998.