“Le posizioni non sono mai state così vicine”. Così Matthew Baldwin, vice Direttore Generale di “Mobility and Transport” - il Dipartimento della Commissione Europea responsabile della politica Ue in materia di mobilità e trasporti - al termine del seminario “Veicoli più sicuri per salvare vite”, organizzato a Roma da ACI ed European Transport Safety Council, organizzazione indipendente e senza scopo di lucro, che fornisce consulenze imparziali in materia di sicurezza stradale, per contribuire a ridurre il numero di morti e feriti sulle strade europee.
Oltre a Baldwin, ACI ed ETSC hanno riunito intorno allo stesso tavolo Chris Carroll (FIA), Antonio Avenoso e Dovile Adminaite (ETSC), Lucia Pennisi ed Enrico Pagliari (ACI), Roberto Bianca (Ministero dei Trasporti), Vito Mauro(Fondazione Caracciolo), Henry Gutman (Euro NCAP), Tjari Kreuzinger (Toyota Motor Europe) ed Enrico Becchio(FCA).
Tecnologia per la sicurezza
Al centro del dibattito, il contributo delle tecnologie Adas (Advanced Driver-Assistance Systems; Sistemi Avanzati di Assistenza alla Guida) alla riduzione del drammatico bilancio dell’incidentalità stradale in Europa: più di 25mila vite umane (in media 3 ogni ora) e 135mila feriti (15 ogni ora) ogni anno.
“25mila morti l’anno - ha sottolineato il rappresentante della Commissione Europea - non sono un inevitabile prezzo da pagare alla mobilità: è inaccettabile perdere anche una sola vita umana”.
Le cause
Sul banco degli imputati soprattutto l’eccesso di velocità che - oltre a rappresentare una tra le cause principali di incidente (la terza secondo ACI-Istat, dopo distrazione e mancato rispetto di precedenza o semafori) - è un fattore che ne aumenta notevolmente la gravità. La risposta delle nuove tecnologie si chiama ISA: Intelligent Speed Adaptation: adattamento/riduzione intelligente della velocità. In pratica l’auto “legge” la segnaletica stradale e regola, automaticamente, la propria velocità.
Il rovescio della medaglia
Nella consapevolezza comune che nessuna tecnologia è – né sarà mai - “100% error free” e che è fondamentale scongiurare il rischio che tecnologie apparentemente perfette inducano gli automobilisti ad abdicare alle proprie responsabilità e a lasciare che “pensi a tutto” l’auto, le posizioni tra FIA ed ETSC divergevano riguardo alla possibilità di rendere obbligatoria l’introduzione dell’ISA su tutti i veicoli nuovi.
Nel dare voce alle perplessità della Federazione Internazionale dell’Automobile, Chris Carroll ha sottolineato come i margini di errore dell’ISA nel “mondo reale” rappresentino un rischio che deve essere valutato con estrema attenzione. Nel caso la Commissione spingesse per rendere l’ISA obbligatorio, ha aggiunto Carroll, è fondamentale che il sistema automatico di adeguamento della velocità possa essere temporaneamente disabilitato, in particolare in tutte quelle situazioni (es. qualità non ottimale della segnaletica o dell’infrastruttura stradale; eccessiva anzianità del parco circolante) nelle quali potrebbe rivelarsi più dannoso che utile.
Dibattito aperto
Favorevole all’obbligatorietà dell’ISA si è dichiarato, invece, Antonio Avenoso, che considera il sistema di riduzione automatico della velocità una delle singole tecnologie più efficaci per quanto riguarda il potenziale salva-vita. Intervenire sulle velocità elevate, ha dichiarato l’Executive Director di ETSC può portare ad una diminuzione del 30% degli incidenti e del 20% dei morti sulle strade.
Nel salutare positivamente il progressivo avvicinarsi delle posizioni di FIA ed ETSC, Matthew Baldwin ha sottolineato, infine, come la sicurezza stradale rappresenti una priorità assoluta, e ribadito l’intenzione della Commissione Europea di fare tutto il possibile perché gli errori umani non siano causa di incidenti mortali, intervenendo, soprattutto, sulla riduzione delle velocità troppo elevate.