Washington minaccia nuove tariffe sull'importazione di auto costruite fuori dagli Stati Uniti. E' direttamente il presidente Donald Trump a paventare una ipotesi simile, in un paio di tweet pubblicati sul suo profilo.
Colpa dei polli
"Uno dei motivi per cui il business dei pick up va così tanto bene in America è che da molti anni esistono dei dazi al 25% sull'importazione di questi mezzi dall'estero. Se applicassimo queste tariffe anche alle auto straniere ne verrebbero prodotte di più nel nostro Paese".
Questo il testo del primo tweet presidenziale che fa espresso riferimento alla "chicken tax" (tassa dei polli), l'imposta del 25% sui pick up stranieri creata nel 1964 da Lindon Johnson: la misura era la risposta ai dazi francesi e tedeschi sull'importazione dei volatili americani.
Gm tirata in ballo
Il secondo tweet continua il discorso e tira in ballo direttamente General Motors che appena poche ore prima ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede la dimissione di 5 impianti e oltre 14mila esuberi di personale. "Così GM - cinguetta l'inquilino della Casa Bianca - non dovrebbe chiudere gli impianti in Ohio, Michigan e Maryland".
Il presidente poi invita il Congresso Usa a "farsi furbo" e ricorda di avere in mano le leve del potere su questo argomento. "Molti Paesi che ci inviano le loro auto si sono approfittati di noi - dice ancora il tweet - e per decenni". Trump conclude con l'avvertimento che proprio a causa delle azioni di General Motors "l'argomento è ora oggetto di studio".