“Io amo la Falcon 1961!”. “Ah! Tu non sai nemmeno cosa vuol dire amare!”. Lui – cappello verde, maglietta rossa con fascia a zig-zag nera e calzoncini neri – è Charlie Brown. Lei – cappello e completo lilla – è, nemmeno a dirlo, l’incontenibile Lucy. E questo è uno dei loro proverbiali battibecchi. Dialoghi che hanno contribuito a rendere leggendaria la Peanuts Gang, figlia della matita geniale e dell’ironia dolceamara, nostalgica, malinconica, sarcastica, spesso completamente dentro talvolta totalmente fuori dalla realtà, di Charles M. Schulz, nato a Minneapolis (Minnesota) il 26 novembre 1922 - 96 anni fa lunedì prossimo - e morto a Santa Rosa (California), il 12 febbraio 2000.
Poeta: parola di Eco
Un poeta. Non lo diciamo noi, ma Umberto Eco, semiologo, filosofo, linguista, medievalista, accademico, bibliofilo, traduttore e scrittore tra i più amati, letti, tradotti, venduti e premiati del Novecento. “Se poesia – scriveva Eco nell'introduzione alla prima raccolta italiana dei Peanuts - vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta”. Non è dato sapere se Schulz si ritenesse un poeta. Quello che è certo è che disegnare era la sua vita. “L’unica cosa che ho sempre desiderato - ricorderà spesso – è essere un fumettista. Questa è la mia vita. Disegnerei strisce a fumetti anche se non mi pagassero: sono ossessionato dalle cose divertenti”. Il disegno era la sua vita e la sua vita era nei suoi disegni: “Se leggerete le mie strisce, mi conoscerete. Perché tutto ciò che sono finisce nelle strisce”.
Altro che noccioline
L’unica cosa che Schulz non ha mai amato (non-amore del quale non ha mai fatto mistero) è il nome delle sue strisce. Il fumettista-filosofo aveva scelto “Li'l Folks” (contrazione di “Little Folks”: personcine) ma quando (1950) presentò i suoi disegni allo United Feature Syndicate, i dirigenti della company - che amavano i suoi disegni - obiettarono che quel nome ricordava un po’ troppo da vicino altre due serie di fumetti: "Little Folks" e "Li'l Abner".
Fu Bill Anderson – uno dei direttori di produzione dell’UFS - a proporre “Peanuts” (letteralmente “noccioline”, ma anche “spiccioli”, “inezie”, “piccolezze”), nome che evocava le atmosfere di una serie televisiva molto popolare nell'America di quegli anni. A Schulz quel nome non piacque. “Non mi piace affatto la parola”, dichiarò. “Non è una bella parola. È ridicola. Non significa niente: confonde, disorienta e non ha alcuna dignità. Penso che il mio umorismo abbia una sua dignità, e credo che il nome dovrebbe avere classe”.
Schulz ricordava che, quando aveva incontrato i dirigenti dell’UFS, questi non si erano resi conto di avere davanti “un vero fanatico”; “un ragazzo che si dedicava anima e corpo a quello che faceva”. Per lui, “etichettare con un nome come ‘noccioline’ quello che sarebbe stato il lavoro di tutta una vita era un vero e proprio insulto”. Quando, però, la striscia divenne abbastanza popolare da dare a Schulz maggiore potere contrattuale, il nome Peanuts era ormai sulla bocca di tutti. Cambiarlo non aveva più senso.
Noccioline per il Falcone
Ma torniamo al battibecco tra Charlie Brown e Lucy: sapete dove lo abbiamo scovato? Nella pagina di un magazine che pubblicizzava “il più felice compleanno dell’anno”: la nascita della Ford Falcon 1961. “La nuova auto di lusso per 6” – recita l’annuncio (un disegno di una Falcon rossa fiammante, con a bordo una raggiante famiglia media americana) – sottolineando che l’auto è in grado di ospitare, comodamente, sei persone: tre sul divano anteriore, tre su quello posteriore. “Nessun’altra compatta – garantisce la pubblicità – vi dà altrettanto”.
Di cosa parliamo? Di una berlina a due porte, lunga poco più di 4 metri e mezzo (4.597 millimetri), larga poco meno di 1,8 metri (1.781millimetri ), per 1.382 chili di peso. Trazione posteriore, cambio a 3 marce con leva al volante, sei cilindri in linea da 2.365 centimetri cubici, 85 cavalli, per una velocità massima di 137 all'ora e una accelerazione da 0 a 100 in 17.2 secondi. La Falcon era disponibile anche con una seconda motorizzazione detta “Special Six”: 2.781 centimetri cubici, 101 cavalli, in grado di raggiungere i 145 orari e di passare da 0 a 100 in 14.2 secondi.
Lussuosa e “risparmiosa”
Con un prezzo base di 1.912 dollari (154 in meno delle concorrenti di pari categoria, sottolineava lo spot video: anche qui i Peanuts erano protagonisti), la Falcon viene presentata come “l’auto americana, per sei passeggeri, col prezzo più basso”. L’ideale per acquirenti di auto nuove che avessero a disposizione un budget limitato o per far provare il brivido di un’auto nuova a quanti fossero soliti orientare le loro ricerche nel mercato dell’usato. Non mentiva, dunque, la pubblicità quando diceva: “Solo una Falcon vi consente di viaggiare in modo così ‘risparmioso’, con così tanto spazio a bordo per sei persone e tutti i loro bagagli”.
Tra le curiosità che emergono consultando il listino, c’è il sorprendente prezzo del motore “Special Six”, offerto tra gli optional a 37,40 dollari. Diciassette dollari meno della radio (54,05$) e solo 7,5 dollari in più dei “white wall tires”, gli eleganti pneumatici caratterizzati dalla striscia di gomma bianca che orla il cerchione. Chissà quale suono avranno privilegiato gli automobilisti americani di quegli anni: il rombo dello “Special Six” o il rock sound dei leggendari “Sixties”?
Una striscia al giorno…
“Cari amici, ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino. Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una ‘striscia’ quotidiana. La mia famiglia non vuole che i Peanuts siano continuati da altri: per questo motivo annuncio il mio ritiro dall'attività. Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l'affetto espressi dai lettori della mia ‘striscia’ in tutti questi anni. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy... come potrei mai dimenticarli...”.
14 dicembre 1999: con queste parole, Charles Schulz – 77 anni - si congeda dalle strisce dei Peanuts e dai suoi lettori. La prima striscia era apparsa il 2 ottobre 1950. In quarantanove anni di attività, Schulz aveva ideato, scritto, disegnato, inchiostrato e colorato - da solo - 17.897 strisce. 17.897 strisce in 17.667 giorni: 1,01 al giorno! Non un giorno di vacanza in quasi cinquant’anni al tavolo da disegno. Le avventure della Peanuts Gang sono apparse su più di 2.600 testate di 70 paesi, e le raccolte di libri, tradotte in più di 25 lingue.
Due giorni dopo la morte del grande disegnatore, il quotidiano inglese The Times pubblicherà il seguente necrologio: “Charles Schulz lascia una moglie, due figli, tre figlie e un piccolo bambino dalla testa rotonda con uno straordinario cane”. E milioni di appassionati lettori di ogni età e ogni paese.