"Consapevolezza e responsabilità": è la raccomandazione che il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha rivolto a un nutrito gruppo di liceali romani durante un incontro sulla sicurezza stradale, all'università La Sapienza. L'incontro è stato organizzato in vista della "Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada", proclamata dall'Onu fin dal 2005 e fissata per la terza domenica di novembre che quest'anno cade il giorno 18.
Giovani nel mirino
Parlando di incidenti che coinvolgono i giovani, il prefetto Gabrielli ha detto: "Troppo spesso leggo e sento parlare di ragazzate, come fosse un'interpretazione assolutoria. Invece, bisogna pensare che comportamenti apparentemente banali fanno la differenza. L'importante è metterci un po' di cervello". Tanto più che, ha ricordato Gabrielli, sotto i 30 anni l'incidente stradale rimane la prima causa di more.
Durante l'incontro alla Sapienza, quindi, è stato affrontato il tema della prevenzione, anche perché, è stato ribadito, le vittime della strada sono tornate a crescere dopo anni di calo progressivo e a farne le spese sono anche e soprattutto i più giovani: stando ai dati ACI-Istat, nel 2017, gli incidenti hanno provocato 3.378 morti, di cui un quinto (668) sono under 29.
Le multe non bastano
"Troppi giovani che non tornano a casa: non è solo un dramma, ma anche un atto di inciviltà", ha sottolineato Roberto Sgalla, direttore delle specialità della Polizia (Stradale, Ferroviaria, Postale), "abbiamo visto che non basta una pattuglia, non bastano le multe. Per questo abbiamo deciso di andare direttamente nelle scuole".
A lezione di sicurezza
Il prefetto Sgalla ha ricordato il progetto Icaro, la campagna di educazione stradale rivolta agli studenti di ogni ordine e grado. Un'iniziativa lanciata ben 19 anni fa con il supporto degli psicologi e che finora ha interessato oltre 200 mila giovani.