Al Salone di Auto e Moto d'Epoca di Padova (25-28 ottobre) Citroën Méhari spegne 50 candeline e lo fa mettendo in esposizione due cabriolet originali del 1968. Un'auto costruita sulla piattaforma della Dyane 6, multi funzione grazie alla possibilità di variare la disposizione della capote e cambiare così anche la tipologia della vettura (berlina, pick-up o cabrio).
Profumo di storia
La Méhari (nome ripreso da una razza di dromedari della regione del Mahra, nel sud dello Yemen) nacque da un'idea di Roland de La Poype, un industriale francese del secondo dopoguerra. Un veicolo multiuso - costruito in quasi centocinquantamila unità per circa vent'anni - che si poteva guidare senza problemi sia su un terreno asfaltato che tra le dune di sabbia (per questo chiamata anche "spiaggina"). Una vettura resistente ma molto leggera grazie alla carrozzeria totalmente in plastica (solo 525 chilogrammi) e sfruttata anche in ambito bellico in versione paracadutabile dall'esercito francese. La Citroën montava un motore a due cilindri contrapposti, raffreddato ad aria, e poteva raggiungere i cento chilometri all'ora.
Auto da leggere
Giovedì 25 ottobre, alle ore 10.30, presso lo stand ACI - ACI Storico, Citroën celebra questa ricorrenza speciale con la presentazione di due libri dedicati alla sua creazione: “NA K14314” di Paolo Miggiano che racconta la storia della Méhari di Giancarlo Siani, giovane giornalista ucciso a Napoli dalla camorra, e “Citroën Méhari, la francese avventurosa” del Centro Documentazione Storica del costruttore con una raccolta di testimonianze, curiosità e documenti legati all'auto storica.