Ultimo aggiornamento  02 giugno 2023 04:46

Anas, ponti sotto controllo col cellulare.

Marina Fanara ·

Strade e ponti sotto controllo grazie ai telefonini degli automobilisti: a questo punta l'accordo siglato tra Anas e Massachusetts institute of technology (Mit) di Boston. Si tratta di sperimentare un sistema che sfrutta i sensori mobili, in particolare quelli degli accelerometri contenuti nei cellulari, per registrare una serie di informazioni, tra cui le vibrazioni della tratta viaria, viadotto o cavalcavia che si sta percorrendo.

La ricerca del Mit

Questo nuovo progetto sperimentale deriva da una ricerca condotta dal Senseable city lab consortium del Mit sull'Harvad Bridge di Boston e il Golden Gate di San Francisco: ha evidenziato che i dati rilevati dallo smartphone su un veicolo in movimento riescono a fornire informazioni importanti sul comportamento dinamico di un'infrastruttura quando è soggetta a delle vibrazioni. In poche parole, quali sollecitazioni subisce, per esempio un ponte, al passaggio dei veicoli per poi studiare come queste potrebbero incidere sulla stabilità della struttura.

L'occhio dello smartphone

"È come quando si va dal medico per fare un primo generico check up", spiega Carlo Ratti, direttore del Senseable city lab consortium del Mit, "i dati che dal cellulare registrano la sequenza delle vibrazioni, ma anche i rumori prodotti dalla struttura al passaggio dei veicoli, servono per fare una prima diagnosi sullo stato di salute di un ponte o un viadotto, in tempo reale e nella loro piena operatività, e semmai procedere a indagini più approfondite".

Roma, laboratorio smart

Il nuovo sistema verrà avviato entro febbraio sui 68 chilometri del Gra, il Grande raccordo anulare di Roma, e sulla A91, i 18,5 chilometri di autostrada che collegano la capitale all'aeroporto di Fiumicino, due delle infrastruttura più congestionate d'Italia: rispettivamente, 160 mila e 110 mila veicoli al giorno.

"È solo il primo passo", ha sottolineato Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato di Anas, "entro il prossimo mese di febbraio, il Gra sarà dotato anche di 1.200 sensori fissi collegati alla fibra ottica. L'idea è quella di far dialogare tali dispositivi fissi con quelli mobili di cui sono dotati non solo gli smartphone ma anche le auto di nuova generazione, in modo da disporre di un sistema completo di monitoraggio in tempo reale sulla struttura, asfalto compreso".

Un'app per la sicurezza

I dati saranno raccolti attraverso l'app di Anas che entro giugno disporrà di un aggiornamento ad hoc. "Chi vorrà, potrà scaricarla e contribuire alla sicurezza", ha sottolineato Ennio Cascetta, presidente Anas, "contiamo sulla sensibilità degli italiani, anche perché si tratta di dati assolutamente autonomi, nessun problema di privacy insomma".  

Asfalto e silicio

"In quanto società pubblica di gestione delle strade", ha poi aggiunto il presidente, "sentiamo di dover assolvere a un doppio compito: la manutenzione dell'esistente e il traghettamento dell'attuale sistema infrastrutturale verso il futuro che non è fatto più solo di asfalto e calcestruzzo, ma anche di silicio".

"Parliamo di intelligenza artificiale applicata alla mobilità", sottolinea Cascetta, "i veicoli intelligenti e a guida autonoma sono già in fase avanzata di sperimentazione e presto saranno in circolazione, ora noi dobbiamo fare in modo che anche le strade siano dotate delle nuove tecnologie per poter dialogare con le auto di ultima generazione".

Obiettivo smart road

La sperimentazione dei sensori mobili durerà tre anni, ma i primi risultati dovrebbero arrivare già entro 12 mesi. Il progetto fa parte del più ampio programma "smart road" avviato dall'Anas per dotare la propria rete delle ultime tecnologie. L'investimento complessivo supererà un miliardo di euro, di cui 250 milioni per la prima fase che interesserà la A2 Autostrada del Mediterraneo (ex Salerno-Reggio Calabria) dove i lavori sono già iniziati lo scorso settembre, il Gra e l'autostrada per Fiumicino a Roma, la statale 51 di Alemagna nel Veneto, l'itinerario E45-E55 Orte-Mestre e, in Sicilia, la tangenziale di Catania e la A19 Palermo-Catania.  

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