Le tensioni commerciali tra Washington e Pechino hanno generato una "corsa" ai prodotti e ai semilavorati provenienti dalla Repubblica Popolare: la domanda americana di merci cinese è aumentata notevolmente per evitare l'imminente entrata in vigore delle tariffe doganali imposte dall'amministrazione Trump.
A partire dal 24 settembre 2018, verrà applicato un dazio del 10% su oltre 200 miliardi di dollari di merci importate dalla Cina, tariffa che salirà al 25% a gennaio 2019.
Colpita l'industria automotive
Molti i costruttori colpiti: Hyundai e Ford hanno accelerato le consegne dirette verso i porti statunitensi, dove il numero di importazioni ad agosto è salito del 9%.
L'aumento dei dazi minacci i profitti delle società che producono componenti in Cina, ma che vengono poi assemblati negli Usa: "aspetto con ansia che il Congresso possa aggiustare questa situazione" ha dichiarato Ralph Bradley, ceo di Jammy Inc., una piccola compagnia che fornisce sistemi di illuminazione per auto.
"I nostri clienti sono disposti a pagare un prezzo extra per ricevere la merce richiesta prima dell'introduzione dei dazi" ha aggiunto Melissa Shu, export manager di E.D. Opto Electrical Lighting Co., società anch'essa attiva nella fornitura di componenti elettriche per le automobili.