La guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti potrebbe presto fare una vittima illustre: l’auto elettrica. E di conseguenza gli investimenti milionari dell’industria automobilistica.
Trump non ha nessuna intenzione di cedere il passo davanti alle importazioni dalla Cina (grazie ai buoni risultati dell’economia americana) e dopo una prima fase di imposte doganali al 25%, che ha colpito beni per un valore di 50 miliardi, è passato alla seconda fase: tasse del 10% su 200 miliardi di importazioni cinesi.
Nel complesso i beni Made in China destinati agli Stati Uniti valgono circa 500 miliardi. Siamo dunque alla metà. Oltre questa linea il rischio diventa elevato per l’economia cinese che nella sfida politica sembra avere tutto (o quasi) da perdere. Soprattutto ora che la sua economia, nonostante il Pil nel secondo trimestre sia a un +6,7%, mostra segni di rallentamento.
Debito pubblico alle stelle
C’è poi l’enorme debito pubblico generato per supportare la veloce crescita, pari a quasi il 300% del Pil. Se per colpa dei dazi verrà a mancare il supporto della domanda del mercato Nord americano, i fondamentali dell’economia cinese saranno destinati a peggiorare e il governo costretto a tagliare investimenti e sussidi nazionali e locali.
A farne le spese saranno così anche i generosi incentivi destinati alle auto elettriche. Aiuti fondamentali per le Case auto che - vista la scarsa diffusione dei veicoli a batteria sugli altri mercati - puntano proprio sulla Cina per raggiungere gli ambiziosi volumi globali prefissati.
Anche perché le stesse immatricolazioni in Cina non vanno già come previsto: a fine anno le vendite dei new energy vehicles (comprendono anche le ibride plug-in) dovrebbero arrivare a sfiorare le 850mila unità (erano 770mila nel 2017) un’enormità a vederle da qui, lontane però dall’obiettivo delle 2 milioni previste per il 2020. Staremo a vedere.