Bici condivise in Italia alla mercè di ladri e incivili: Andrea Crociani, direttore generale per l'Italia di oBike, non ci sta. "E' vero che i mezzi spariscono, sono danneggiati e vengono distrutti per pura goliardia di qualche fanatico, ma è assolutamente falso che, per questo motivo, il bike sharing sia destinato a scomparire dalle nostre città".
Ne fanno di tutti i colori
Il responsabile della filiale italiana dell'azienda di Singapore, una delle prime ad aver lanciato il bike sharing a flusso libero in tutto il mondo, minimizza: "il vandalismo è un dato di fatto, in ogni settore. Come i furti. Ma attenti, però, a non fare di tutta l'erba un fascio e a evidenziare solo gli aspetti negativi che, tra l'altro, rischiano di alimentare fenomeni di emulazione. Voglio dire che i vantaggi del bike sharing per la comunità superano di gran lunga i comportamenti scorretti di un gruppetto, ancora accettabile, di persone che non amano le regole".
Lecce, esempio di virtù
Crociani cita l'esempio di Lecce, unica città del sud dove è operativo un servizio di bici condivisa a flusso libero: "Avevamo messo in conto la possibilità di incorrere in episodi di uso improprio dei nostri mezzi: invece, in barba a ogni pregiudizio, finora nessuna delle 600 biciclette condivise a Lecce ha avuto problemi. Da giugno scorso, momento del debutto di oBike, zero inconvenienti e niente lamentele, ma solo tanto apprezzamento da parte degli utenti".
I pregi superano i difetti
Il bilancio è lo stesso per altre città servite da oBike che, con una flotta di oltre 12 mila due ruote condivise, è presente a Torino, Roma e in 8 località della riviera romagnola (Ravenna, Rimini, Cervia, Cesenatico, Bellaria, Riccione, Misano e Cattolica). Furti e danneggiamenti non mancano, ma in numero "sostenibile e fisiologico".
Nella Capitale, additata spesso come modello di inciviltà, "i noleggi crescono, così come le richieste degli utenti di aumentare i mezzi e le zone servite. Questo per noi è importante e per questo non abbiamo alcuna ragione per abbandonare la città. Stesso discorso per Torino".
In Romagna è un fenomeno
In Romagna va ancora meglio: le bici gialle di oBike hanno iniziato a circolare ad aprile scorso e, da allora, nelle località più gettonate della Riviera è boom condivisioni mentre furti e danneggiamenti finora sono stati appena 5.
"Quanto agli imprevisti, ci affidiamo alla tecnologia. Stiamo mettendo a punto una nuova generazione di biciclette dotate di sofisticati sistemi anti furto mentre, contro i vandalismi, è una questione di civiltà: mi appello al senso di responsabilità di ognuno, anche per denunciare le scorrettezze".
A rischio nel mondo, non in Italia
"Fatta questa premessa", conclude il direttore, "almeno per ora, non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare l'Italia. I problemi sono altri e riguardano il modello economico-gestionale della casa madre: oBike, così come altri colossi asiatici del settore, sta fallendo in tutto il mondo. Il modello va rivisto, ma questa è un'altra questione".