Nel giorno della morte di Sergio Marchionne si concretizza uno dei suoi obiettivi principali: l’azzeramento del debito di Fca. I dati della trimestrale parlano di una liquidità netta industriale al 30 giugno 2018 di 456 milioni di euro. L’indebitamento a fine 2017 era quasi di 2,4 miliardi. Target a dire il vero già annunciato in modo informale lo scorso 1 giugno proprio da Marchionne nella presentazione del piano industriale 2018-2022.
Nel secondo trimestre i ricavi si fermano a poco meno di 29 miliardi (+4% rispetto allo stesso periodo del 2017, +11% considerando – scrive Fca – l’effetto valuta) e nel complesso da inizio anno sono a 56 miliardi. L’utile da aprile a giugno è di 754 milioni, in calo del 35% rispetto al 2017 mentre nel semestre arriva a 1,775 miliardi (-1%). Il valore “adjusted” è di 2,019 miliardi in crescita del 15%.
Per il risultato 2018 Fca conferma l'obiettivo di un utile netto “adjusted” di 5 miliardi. Scendono le stime sui ricavi netti: invece che 125 miliardi saranno tra 115 e 118 miliardi. Così come per l'ebit adjusted: a 7,5 - 8 miliardi invece degli 8,7 miliardi previsti. E per la liquidità netta industriale: 3 miliardi anziché 4 miliardi.