Un patto contro la guerra dei robot per salvaguardare il destino dell’umanità. Sembra l'incipit di un romanzo di fanta-spionaggio, di quelli che scriveva Tom Clancy, scomparso nel 2013, che amava raccontare storie di armamenti futuristici che avrebbero potuto distruggere il mondo. Invece è un appello-impegno, firmato a Stoccolma in occasione dell'International Joint Conference on Artificial Intelligence 2018, dal ceo di Tesla Elon Musk e dai responsabili di altri 100 colossi mondiali della tecnologia - come Skype e DeepMind - impegnati nello sviluppo delle intelligenze artificiali.
La lettera d’impegno resa nota subito dopo la firma, pone il veto sulla possibilità di scambiare dati sull’avanzamento tecnologico dei robot con i rispettivi governi. Obiettivo è impedire la creazione di armi di distruzione di massa dotate di intelligenza artificiale, anche a scopo di difesa.
L’anno scorso 12 ingegneri del reparto innovazioni di Google, la più vicina a raggiungere standard efficienti di robotica e AI anche nelle auto, sono passati a lavorare per il Pentagono. Un segnale preoccupante.
Mai armi robot
Il messaggio firmato da Musk insieme a 2.400 ricercatori di 26 Paesi aderenti alle Nazioni Unite parla chiaro: “Vogliamo impedire che le nostre idee, anche quelle più rivoluzionarie come i robot, vengano sfruttate da terzi per creare armi di distruzione di massa. Lavoriamo per il bene dell’umanità, non per auto distruggerci. Esigiamo un iter legislativo internazionale sul tema, un regolamento che dovrà essere rispettato da tutti, nessuno escluso. Non dovranno mai esistere nel mondo armi fornite di intelligenza artificiale. Sarebbe l’inizio della fine”.
Scenario da fantascienza
Musk è uno dei principali artefici, a livello globale, della diffusione di software capaci di governare le auto, sistemi vicini a rendere “superflua” la figura umana al volante dei veicoli. Non è poi così difficile immaginare che la stessa intelligenza artificiale capace di governare “semplici” vetture, sia in grado di farlo anche con delle “macchine letali” impiegate in circostanze di guerra. E non parliamo più solo di fantascienza.
Un simile contesto ricorda quello rappresentato da James Cameron nella saga cinematografica "Terminator" con Arnold Schwarzenegger, dove proprio un “super computer” - Skynet - si impossessa di tecnologie avanzatissime come spietati soldati-robot, e stabilisce autonomamente di annientare l’umanità lanciando testate nucleari.
La paura di incorrere in un fatto analogo ma nella realtà, ha spinto alcuni tecnici di Facebook a resettare immediatamente due prototipi che, nel corso di esperimenti sulla AI, stavano iniziando a comunicare tra loro con un linguaggio a noi sconosciuto.
Sciame di droni
Il documento di Stoccolma è il frutto del lavoro anche di Future Life, un’organizzazione sostenuta da Musk, che ha lanciato nei mesi scorsi un cortometraggio su YouTube da milioni di visualizzazioni, che illustra possibili scenari futuri in questo senso. Il più terrificante vede uno sciame di mini droni - dotati di intelligenza artificiale, e che ricordano gli insetti del film Marvel "Ant-Man" - entrare in un’università sfruttando radar e sensori.
Una volta dentro, gli oggetti volanti della simulazione riescono a scovare gli obiettivi attraverso un sistema di riconoscimento facciale e neutralizzarli. Sequenze shock che hanno lo scopo di denunciare quello che sarebbe un utilizzo sconsiderato di droni “intelligenti”.