Elon Musk, numero uno di Tesla, ha ufficializzato la costruzione di un impianto produttivo a Shanghai, per il quale trattava da tempo. Il nuovo stabilimento sarà in grado di produrre 500mila veicoli all’anno entro il 2020.
I due obiettivi primari dell’esternalizzazione sono sia aggirare i dazi di Pechino sulle auto importate dagli Usa, sia conquistare il mercato cinese che già oggi rappresenta il 17% delle entrate del costruttore di auto elettriche di Palo Alto. Non è ancora chiaro se verranno strette delle partnership con operatori locali per l’approvvigionamento della componentistica tecnologica e meccanica.
I numeri cinesi
I numeri del mercato cinese potrebbero cambiare le prospettive dell’azienda di Musk, tant’è alla notizia dell’accordo il titolo azionario di Tesla è cresciuto dell’1,2%.
Nel 2017 in Cina sono state immatricolate 777mila vetture elettriche e ibride, primo mercato mondiale, valore destinato a raggiungere quota 7 milioni entro il 2025 secondo il governo di Pechino. Tesla ha contribuito per ora in minima parte: 14.779 veicoli in Cina l’anno scorso (il 3% del totale a batteria immatricolato) per il costruttore americano, che si posiziona decimo nella classifica dei marchi più apprezzati dagli automobilisti del paese asiatico.
Pesano le scelte di Pechino e la guerra commerciale lanciata dall'amministrazione Trump: con l’introduzione dei dazi sulle auto made in Usa il prezzo medio delle Model S e X è salito di ben 30mila dollari.