Terremoto a Washington. Scott Pruitt - il capo dell'Epa l'Agenzia Federale per l'Ambiente - ha rassegnato le dimissioni, a meno di due anni dalla nomina. A sostituirlo almeno temporaneamente, a partire dal 9 luglio, il vice Andrew Wheeler.
Travolto dagli scandali
Pruitt - repubblicano, in passato segretario della giustizia in Oklahoma e personaggio molto vicino alle lobby petrolifere, tanto da essersi più volte scontrato con l'Epa soprattutto negli anni dell'amministrazione Obama - si sarebbe dimesso in seguito al montare degli scandali intorno alla sua attività.
A cominciare dalle spese, a carico del contribuente americano, sostenute nel corso dell'ultimo anno. Si parla di 3 milioni di dollari che sarebbero stati utilizzati sia per la sicurezza personale di Pruitt - che avrebbe chiesto e ottenuto una scorta 24 ore su 24 - sia per altre attività come la realizzazione nel suo ufficio di una "cabina telefonica" completamente isolata e rivestita di materiale fonoassorbente, usata per le telefonate più delicate.
Addio a Parigi
Fin dal suo arrivo a Washington, Pruitt si è battuto per smontare le regolamentazioni del settore volute dalla amministrazione di Obama, come per esempio gli standard per le emissioni inquinanti. Hanno fatto molto discutere - anche fuori dagli Usa - le sue posizioni contro gli accordi di Parigi e la sua negazione delle idee scientifiche riguardo i cambiamenti climatici in atto.
Palrando delle dimissioni di Pruitt, il presidente Trump ha difeso il suo collaboratore: "Scott - sono state le parole dell'inquilino della Casa Bianca - è un tipo forte. Mi ha detto di credere molto nella mia amministrazione e di non voler essere un ostacolo". Nella sua lettera di dimissioni, filtrata alla stampa, Pruitt parla di "attacchi infiniti nei confronti suoi e della sua famiglia" ed esprime dispiacere "per aver dovuto rinunciare all'onore di servire l'America".