"Ce l'abbiamo fatta". Elon Musk ha comunicato ai dipendenti e a tutti i suoi follower sui social che a fine giugno finalmente la Model 3 - l'auto che dovrebbe aprire il mercato delle elettriche al grande pubblico - ha toccato la quota di 5mila esemplari prodotti in una settimana. Un obiettivo originariamente fissato per dicembre dello scorso anno ma che, per vari motivi, era sembrato quasi irraggiungibile fino a poche settimana fa.
Erano mesi che praticamente ogni giorno si inseguivano notizie su ritardi, difficoltà, mancanza di materie prime. Lo stesso Musk - che aveva anche parlato di "inferno produttivo" da attraversare per Tesla - a un certo punto ha deciso di trasferirsi presso gli stabilimenti di Fremont, in California per essere più vicino alla linea produttiva. Che è stata ampliata anche con l'uso di un tendone e che ha richiesto anche l'impiego di un numero sempre crescente di addetti.
Quota totale a 7mila
La soddisfazione di Musk è stata accresciuta anche dal fatto che, mentre si confezionava la Model 3 numero 5mila della settimana, sempre a Fremont sono state prodotte anche altre 2mila vetture, Model S e Model X, portando la quota totale a 7mila. "Siamo diventati una vera Casa costruttrice", ha scritto il ceo nella sua lettera ai dipendenti.
La notizia era molto attesa anche dagli investitori: secondo gli analisti di Moody's, Tesla avrebbe bruciato un miliardo di dollari nel primo trimestre 2018 rischiando di non avere abbastanza denaro in cassa per fare fronte alle spese previste a inizio 2019 (circa 3,7 miliardi di dollari). Ma la Casa californiana ha sempre risposto che una volta raggiunta quota 5mila unità a settimana, gli incassi delle Model 3 avrebbero coperto le spese. Vedremo.