Charleston, Carolina del Sud. Qui, sulla terra che il Re Carlo II d'Inghilterra concesse nel 1663 agli 8 nobili a lui più fedeli - i Lord Proprietors - sorge il primo impianto di Volvo sul suolo degli Stati Uniti d'America che ha aperto ufficialmente i battenti, con una breve cerimonia, il 20 giugno.
Dopo l'Europa e la Cina lo storico marchio svedese - oggi nelle mani dei cinesi di Geely - mette le radici in un terzo continente. La fabbrica, inaugurata alla presenza delle autorità locali dello stato, dell'ambasciatrice svedese a Washington e dei vertici del marchio, servirà soprattutto per costruire la nuova S60, la berlina che Volvo ha presentato in contemporanea con l'impianto industriale. L'auto sarà poi commercializzata non solo in America ma in tutto il mondo.
150mila auto
La fabbrica Volvo di Charleston potrà sfornare fino a 150mila automobili all'anno e darà lavoro - quando sarà operativa a pieno regime - a 4.000 dipendenti. Intanto circa 1.500 saranno i nuovi impieghi entro la fine del 2018. Di questi 300 saranno i tecnici dei settori ricerca e sviluppo e del marketing. Il nuovo impianto si aggiunge a quelli attualmente operativi a Torslanda, in Svezia, a Ghent in Belgio e a Chengdu, Luqiao e Daqing in Cina.
Obiettivo 600mila vendite
La nuova S60 sarà il primo modello della Volvo non più offerto con motori a gasolio. Invece la proposta prevede una motorizzazione a benzina e una ibrida plug-in. Il costruttore svedese conta di non avere più auto diesel nella sua gamma entro il 2023. La S60 - una delle auto più sicure sulla strada, come è stata presentata a Charleston - è costruita sfruttando la piattaforma Scalable Product Architecture (spa).
La S60 dovrebbe aiutare il marchio svedese a superare per la prima volta nei suoi 91 anni di storia il muro delle 600.000 unità vendute in un anno. Nel 2017 il marchio ha commercializzato globalmente 571.577 automobili. Negli Usa, nei primi 5 mesi dell'anno in corso, le vendite sono cresciute del 40%, toccando quota 37.754.