Gli Stati Uniti impongono anche all'Europa e ai Paesi del Nafta - Canada e Messico - i dazi sulle importazioni di acciaio (+25%) e alluminio(+10%). La decisione, confermata dal segretario al commercio Wilbur Ross, diventa operativa dal 1 giugno 2018.
Il presidente Usa Trump aveva in un primo momento accettato di escludere questi partner commerciali dall'aggravio delle tariffe annunciato in marzo, concedendo una "tregua" di due mesi che scadeva, appunto, il 31 maggio.
Dure reazioni
La notizia ha scatenato immediatamente le reazioni dei Paesi interessati. In una dichiarazione congiunta rilasciata a Bruxelles dal commissario Ue al commercio Cecilia Malmstroem e dal ministro dell'economia giapponese Hiroshige Seko si esprime "forte preoccupazione su dazi aggiuntivi o quote su acciaio e alluminio". In particolare Unione Europea e Giappone hanno sottolineato come le eventuali decisioni di Washington "non siano in alcun modo giustificate da motivi di sicurezza nazionale".
Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Junker ha detto: "Questo è protezionismo, puro e semplice. Non ci resta altro che reagire". Il ministro delle finanze francese Bruno Le Mairie ha parlato di scelta "ingiustificata e pericolosa", avvertendo che l'Europa "prenderà le giuste contromisure".
America preoccupata
Se l'Europa e gli altri Paesi colpiti dalla politica protezionistica di Trump sono fermi nel condannare la scelta del presidente Usa, anche sul fronte interno si levano molte voci contrarie al provvedimento. Nel dare la notizia, alcuni dei più grandi organi di informazione statunitensi come la Cnn suggeriscono già di possibili aggravi sui costi di molti prodotti che ricadranno sui consumatori americani.
Già nei giorni scorsi si ventilava l'ipotesi che, in caso Washington avesse dato seguito alle sue intenzioni, l'Europa avrebbe a sua volta imposto dazi su molti prodotti provenienti dagli Stati Uniti citando, come esempi, le motociclette, l'abbigliamento e persino il burro d'arachidi.