Lo stallo per la formazione del nuovo Governo potrebbe creare gravi contraccolpi alla nostra economia: la spada di Damocle è la famigerata clausola di salvaguardia che, in mancanza di un esecutivo in grado di adottare adeguate misure per disinnescarla, prevede l'aumento progressivo dell'Iva: dall'attuale 22% al 24,2% nel 2019 e fino al 25% nel 2021.
Vendite auto a rischio
Uno spauracchio che preoccupa tutti i comparti produttivi del Paese, compresi i costruttori e rivenditori di automobili per i quali, una maggiore imposta di ben 3 punti percentuali, potrebbe avere un effetto devastante sulle vendite.
“Siamo molto preoccupati per il protrarsi dell'impasse sulla formazione del nuovo Governo", ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto (l'associazione dei concessionari italiani ed esteri aderente a Confcommercio), "è imprescindibile la necessità di disinnescare le clausole di salvaguardia che porterebbero l’aliquota Iva al 25%. Il nostro settore ne sarebbe colpito in modo pesantissimo: vale la pena ricordare che l'aumento, misurato sul valore medio delle vetture vendute, comporterebbe un incremento del prezzo di circa 630 euro a veicolo”.