L'incidente mortale dello scorso marzo con la Model X di Tesla costa il posto a Jim Keller, il top manager responsabile del programma Autopilot per la guida automatizzata. Ex di Apple e AMD, Keller è considerato uno dei massimi esperti americani di microprocessori, le unità di elaborazione di ogni dispositivo intelligente, computer, smartphone, automobili. Il suo ingresso in Tesla nel 2016 aveva fatto supporre che l'azienda di Elon Musk volesse progettarsi da sola i chip, una notizia poi ufficialmente confermata a dicembre scorso: il team di Keller sta lavorando su processori con intelligenza artificiale per le supercar elettriche di Elon Musk.
Due direttori al posto di uno
Il giro di poltrone rischia, almeno teoricamente, di rallentare il progetto: il team Autopilot ha cambiato tre direttori in poco più di un anno. Prima se n'è andato Sterling Anderson, che ha fondato una sua società sulla guida autonoma, poi ha lasciato il suo sostituto Chris Lattner, ora dà le dimissioni Keller. Il suo posto sarà però riempito da due super manager: Pete Bannon, esperto di chip ed ex collega di Keller presso Apple, si occuperà delle componenti hardware del sistema Autopilot, mentre la parte software sarà affidata a Andrej Karpathy, guru della computer vision e dell'intelligenza artificiale.
Cervelli in fuga
Il via-vai di talenti è una delle grandi sfide dei gruppi tecnologici, che spesso si "rubano" risorse l'un l'altro. Tesla, per esempio, ha sottratto diversi cervelli, insieme a Keller, al colosso dei microprocessori AMD (ora Keller, secondo le prime indiscrezioni, andrà a lavorare presso Intel, rivale di AMD).
A inizio anno Tesla ha visto partire il supervisore dei programmi model S e Model X Matthew Renna, entrato in Volkswagen, e i due dirigenti Jason Mendez e Will Mc Coll impegnati nella realizzazione della Model 3, la berlina low-cost (si fa per dire) con cui Elon Musk punta a conquistare il mercato di massa.