La storia di Piaggio inizia a Sestri Ponente, sulle coste liguri, sul finire dell’800, per poi espandersi nell’entroterra, nel 1917. All'epoca Rinaldo Piaggio, dopo aver operato con successo fra Sestri e Finale Ligure - in settori come l’arredamento navale e l’industria ferroviaria - nel desiderio di dare sfogo al suo spirito imprenditoriale, rilevò un’azienda aeronautica di Pisa. È il primo step dell’insediamento di Piaggio in Toscana. Bisognerà, poi, arrivare al 1924 per vedere Rinaldo, originariamente impegnato nella costruzione dei motori per aerei, acquistare una piccola azienda ricavata dalla sezione motoristica del locale Consorzio Agrario: la Costruzione Meccaniche Nazionali di Pontedera. E la Piaggio diventava così “toscana”.
Grandi nomi
Nell'orbita Piaggio hanno gravitato spesso personaggi di spicco. Fra questi, il piemontese Giovanni Agnelli. E gli ingegneri Giovanni Gabrielli, Giovanni Casiraghi e, soprattutto, Corradino D’Ascanio. Un abruzzese di Popoli, inventore dell’elicottero moderno. Che nel ’34, da poco arrivato a Pontedera, concepisce l’elica “a passo variabile in volo”. È a D’Ascanio che si deve buona parte della genialità innovativa della Piaggio. Suo è il progetto della Vespa, che comparve ufficialmente nel ’46, in un’epoca di riconversione dell’industria, dalla bellica a quella rivolta alla produzione “di pace”.
Tutti i nomi
Esempio di libero ingegno orientato alla mobilità, al trasporto su strada, diversi altri sono stati i veicoli importanti nella storia della più grossa azienda motociclistica italiana. Il gruppo Piaggio, oggi, comprende altri marchi storici nazionali, dall’Ape alla Moto Guzzi, passando per l’Aprilia e la Gilera. Nel rinnovato Museo Piaggio, che è appena stato aperto al pubblico, vi sono ben 250 pezzi a rappresentare queste aziende. Ciascuno protagonista di un pezzo di storia della moto in Italia, che comprende il prestigio di 104 titoli mondiali conquistati. È anche la mobilità a due ruote ad essere rappresentata, in un museo ricavato dal recupero degli antichi, affascinanti capannoni industriali di Pontedera. Aree espositive che arrivano ad occupare 5.000 metri quadrati, dai 3.000 già dedicati, in larga parte, al Museo Vespa ma in cui non possono mancare esempi della memoria industriale della Piaggio, come quella aeronautica e ferroviaria.
La mobilità di oggi e domani
Fino al 10 giugno, il Museo Piaggio, ospiterà anche la mostra “FuturPiaggio – 6 lezioni italiane sulla mobilità e sulla vita moderna”. Il titolo che è lo stesso di un’opera del professor Jeffrey Schnapp, insegnante all’Università di Harvard, negli Stati Uniti. Libro che, ispirandosi al futurismo e alla celebrazione del motorismo, ripercorre il concetto di mobilità nell’interpretazione del Gruppo Piaggio.