La Cina promette di ridurre "non appena sarà possibile" le tariffe sulle importazioni delle auto e conferma che "le porte aperte del nostro Paese non si chiuderanno". Lo ha detto in un discorso al Baoao Forum in corso sull'isola di Hainan, Cina meridionale, il presidente della repubblica Xi Jinping. La dichiarazione arriva dopo che nella scorsa settimana il governo cinese aveva minacciato come ritorsione al protezionismo americano un ulteriore aumento dei dazi del 25% anche sulle auto. Già oggi gravate di un altro 25%.
Pareggio di bilancio
"Non vogliamo un surplus economico. Abbiamo un grande desiderio di accrescere le nostre importazioni e raggiungere un bilancio in pareggio nell'import-export internazionale", ha detto il numero uno di Pechino in un discorso che è sembrato a molti la risposta diretta alle recenti affermazioni di Donald Trump. Il presidente Usa, infatti, aveva parlato solo poche ore prima di un "commercio stupido" tra Usa e Cina. "Quando un'auto cinese è importata negli Stati Uniti - ha detto l'inquilino della Casa Bianca - il dazio da pagare del 2,5%. Quando una vettura americana entra in Cina la tariffa è del 25%. Non è certo libero commercio".
Anche il ceo di Tesla, Elon Musk, era intervenuto sull'argomento: "In generale sono contro i dazi - sono state le sue parole - ma le regole in vigore oggi complicano le cose. E' come correre le Olimpiadi con le scarpe slacciate".
Analisti dubbiosi
Nel suo discorso ad Hainan il presidente cinese ha riaffermato anche l'intenzione cinese di aderire alle regole del mercato libero e ha promesso - sul fronte interno - maggiore libertà per quanto riguarda la proprietà intellettuale.
L'intervento di Xi Jinping non ha comunque convinto del tutto gli analisti americani. In molti hanno ricordato come le stesse promesse, soprattutto in tema di dazi, erano state già fatte dalla Cina sia nel novembre 2017 - in occasione della visita di Trump a Pechino - che a gennaio di quest'anno durante il Forum Economico mondiale di Davos.