"Torno a dormire nella Gigafactory". No, Elon Musk non ha deciso di separarsi dalla sua attuale compagna ma questo è il suo modo di comunicare - su Twitter naturalmente - l'intenzione di assumere personalmente la supervisione dell'intera produzione della Model 3, la sua elettrica destinata al "mass market" che gli sta dando parecchi grattacapo.
Il business è un inferno
Musk, nel tweet, ha annunciato anche di aver destinato ad altra funzione l'ex Apple Doug Field, che ha supervisionato finora la situazione. "Un anno fa - ha scritto il ceo di Tesla - ho chiesto a Doug di gestire sia l'ingegnerizzazizone che la produzione. Anche lui concorda che dobbiamo ottimizzare questi aspetti, per non progettare delle auto che siano assurdamente difficili da costruire. D'ora in poi dobbiamo dividere e vincere, per questo torno a dormire in fabbrica. Il business delle auto è l'inferno".
La produzione della Model 3 ha incontrato molteplici difficoltà e le previsioni che volevano la realizzazione di 5.000 auto a settimana entro il 2017 sono state clamorosamente smentite e progressivamente ridotte. Lo stesso Musk avrebbe in vita una lettera ai dipendenti pochi giorni fa invitandoli a dare il massimo per raggiungere le 2.000 unità a settimana, oltre il 50% di meno rispetto alle speranze.
Un "pesce" molto costoso
Ad aumentare le preoccupazioni di Musk ci si è messa a reazione tutt'altro che favorevole dei mercati azionari a un suo tweet del primo aprile in cui annunciava che: "Nonostante intensi sforzi per raccogliere fondi, compresa una disperata vendita di uova di Pasqua, Tesla è andata totalmente in bancarotta". Uno scherzo, un pesce d'aprile che però è costato alle azioni di Tesla uno scivolone del 5%.
Se ci si aggiungono le conseguenze dell'incidente in cui il 23 marzo un uomo ha perso la vita in California a bordo di una Model X mentre l'auto viaggiava in modalità "Autopilot", la primavera di Musk è iniziata decisamente sotto cattivi auspici. Forse per questo ha perso il sonno e deciso di passare la notte in fabbrica.