“Se in auto percorrete una strada a 30 km/h significa che state avanzando di quasi 10 metri al secondo”, dice Sergio Solero, presidente e amministratore delegato di Bmw Italia, per rendere l’idea di cosa significa quel secondo che si perde quando si guarda il cellulare in auto e lanciare una campagna per sensibilizzare tutti ad una presenza in auto più responsabile e concentrata. Si chiama #coveryourphone e il testimoniale è Alex Zanardi. Ciò che sembra un battito di ciglia insignificante è la causa dell’incremento del 7% degli incidenti mortali nei primi sei mesi del 2017, rispetto all’anno precedente.
Più deterrenza
All’evento organizzato da Bmw presso il circuito di Vallelunga, Santo Puccia, primo dirigente della polizia di Stato, ha spiegato che, dopo anni di miglioramento nelle statistiche relative agli incidenti gravi, purtroppo nell’ultimo periodo le cose stanno ricominciando a peggiorare. La distrazione da cellulare è la causa principale. Puccia auspica che presto possano essere inasprite le sanzioni fino alla sospensione della patente: la sanzione pecuniaria e la decurtazione di 5 punti dalla patente, attualmente previste dal codice della strada se si usano cellulari senza auricolari o dispositivi vivavoce, non sono deterrenti sufficienti a riportare responsabilità sulle strade.
“Guardare il più lontano possibile”
Testimonial di #coveryourphone, Alex Zanardi ha spiegato perché la concentrazione alla guida è fondamentale: “La prima volta che ho girato in un ovale il mio ingegnere mi ha detto: abituati a guardare lontano. All’inizio non avevo capito il perché, poi ho capito. Quando ti muovi a velocità altissime devi guardare più lontano possibile per cercare di prevedere quello che accade. La strada non è una pista, ma possono accadere frequentemente cose imprevedibili, quindi la concentrazione è cruciale”.
Dalla pista alla strada
A Vallelunga ha parlato anche il responsabile della scuola GuidarePilotare, Siegfried Stohr che nel 1967 ha ricevuto la Medaglia d’Oro dall’ACI di Rimini per essere il primo socio più giovane. “Le persone che fanno i corsi oggi – ha detto - sembrano essere più responsabili, ma poi sulla strada non si ritrova lo stesso atteggiamento. La società ha bisogno di modelli positivi come Alex Zanardi e sono convinto che se lui dice una cosa, i giovani lo ascoltano”.