Ultimo aggiornamento  31 maggio 2023 17:15

Auto autonoma, agli italiani piace.

Patrizia Licata ·

Per il 70% degli italiani l'auto a guida autonoma è sicura: lo dice il "2018 Global Automotive Consumer Study" di Deloitte - società internazionale di servizi alle imprese - un sondaggio che ha coinvolto 22.000 consumatori in 17 Paesi. Lo studio, va detto, è stato condotto prima dell'incidente mortale di un'auto robot in Arizona, che ha investito e ucciso una donna. Le indagini sono ancora in corso.

Sul tema, comunque, in Europa siamo i più fiduciosi: solo il 30% degli italiani ritiene che l'auto driverless possa creare rischi per la sicurezza, contro il 54% in Belgio, il 49% in Gran Bretagna, il 45% in Germania, il 37% in Francia. Le percentuali sono comunque tutte in discesa rispetto al sondaggio del 2017, segno che scettici e diffidenti arretrano e l'auto-robot fa meno paura.

Vincono i brand dell'auto (per ora)

Il fattore decisivo in questa "svolta" nell'atteggiamento dei consumatori verso il driverless è il coinvolgimento diretto e convinto dei grandi brand dell'auto nel nuovo paradigma tecnologico. General Motors, Ford, Volvo, Toyota, Renault-Nissan, Daimler sono solo alcuni dei marchi che hanno annunciato il lancio, dal 2019, di modelli largamente automatizzati. Il 53% del campione afferma che si sentirebbe più sicuro a viaggiare in un'auto driverless di un costruttore dalla reputazione consolidata, in aumento rispetto al 44% dello scorso anno. Il 51% dei consumatori rivela anche di fidarsi di più se sono i big dell'industria automotive a portare sul mercato i modelli senza conducente. Il 21%, però, si fida di più delle aziende tecnologiche e il dato è in crescita rispetto al 17% dell'anno scorso.

Il paradosso dell'elettrica

Ai risultati sulla propensione dei consumatori nei confronti dell'auto autonoma fa da contraltare la resistenza verso l'auto elettrica. Nonostante l'elettrificazione sia una tecnologia già di oggi (e le auto driverless saranno tutte elettriche) il paradosso che emerge dal sondaggio Deloitte è che gli automobilisti preferiscono i modelli benzina o diesel: lo dice il 73% dei britannici, il 66% dei tedeschi, il 64% dei belgi, il 62% dei francesi e il 49% degli italiani; ancora una volta, tra i paesi europei studiati, siamo quello più "avanti". Da noi le elettriche sono solo lo 0,1% del mercato (circa 1.900 unità vendute nel 2017), ma la crescita è  del 38,6%, secondo i dati Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Veicoli Esteri), mentre le ibride immatricolate l'anno scorso sono 66.000, con un balzo del 71% rispetto al 2016. La resistenza generalizzata alla nuova alimentazione, che riguarda soprattutto i modelli full-electric, si deve ai timori sull'autonomia del veicolo, al prezzo d'acquisto e alla carenza dell'infrastruttura di ricarica.

Scelta decisiva in concessionaria

In questo cammino verso l'elettrificazione conteranno dunque gli incentivi dei governi per l'acquisto, l'impegno delle case automobilistiche sullo sviluppo tecnologico e le alleanze pubblico-private per realizzare le colonnine, magari con sistemi avanzati di ricarica veloce. Ma non basta: il 75% dei consumatori nel sondaggio Deloitte ritiene molto importante interagire con un consulente in carne ed ossa nella fase dell'acquisto dell'auto, sottolineando il ruolo cruciale che i concessionari ancora svolgono nella vendita. Anzi, il 73% del campione premia la capacità del concessionario di fornire informazioni sui modelli, una capacità definita superiore a quella delle stesse case automobilistiche. Per il sì all'auto elettrica sembra che il venditore potrà fare la proposta più convincente.

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