General Motors potrebbe testare dalla prossima estate un nuovo servizio "peer-to-peer" che permetterà a chi possiede un'auto di dare la propria vettura in car sharing nei momenti in cui non la utilizza e dividere a metà con la piattaforma Maven (di proprietà Gm) i profitti. La notizia - rilanciata dal sito Autonews - non avrebbe per ora trovato conferme ufficiali.
Auto per tutti
Si tratterebbe di un altro passo da parte del costruttore verso la trasformazione da Casa automobilistica a fornitore di servizi per la mobilità. Le auto verrebbero messe a disposizione in car sharing a fianco della flotta di Maven che attualmente non solo affitta le vetture a singoli utenti, ma anche a chi lavora per app di ride hailing come Uber e Lyft. In questi casi Gm rimane la proprietaria dei veicoli: il nuovo servizio, quindi, consentirebbe di allargare l'offerta senza gravare sui bilanci.
Come Airbnb
Il sistema "peer-to-peer", che funziona con lo stesso procedimento con il quale società come Airbnb affittano le case, è già stato sperimentato con successo da altre start up, sostenute da grandi Case automobilisthce come Turo che conta quasi 5 milioni di utenti e un parco auto che sfiora le 200.000 unità. Turo, anche grazie a un cospicuo investimento pari a quasi 92 milioni di dollari, realizzato lo scorso settembre da Daimler e della società coreana SK Holding, vale oggi oltre 700 milioni di dollari.
Altro esempio è la start up Getaround che nell'aprile del 2017 ha ricevuto un investimento pari a 45 milioni di dollari da parte di Toyota.