BERLINO - Sono numeri da record quelli presentati dal gruppo Volkswagen durante l’Annual Media Conference di Berlino: i ricavi sono di 230,7 miliardi di euro, in crescita del 6,2% rispetto allo scorso anno con 10,7 milioni di veicoli venduti nel mondo. Il profitto operativo è di 17 miliardi che scende, dopo le tasse e le spese speciali legate alle conseguenze del dieselgate, a 13,8 miliardi. “Il miglior risultato di sempre”, specifica Frank Witter, direttore finanziario del gruppo tedesco: nel 2016 era a 6,7 miliardi. Il ros, il return on sales, è al 7,4% rispetto al 6,7% dello scorso anno. L’utile lordo è a 13,9 miliardi, 7,3 miliardi in più del 2016 con un risultato netto a 11,6 miliardi. Agli azionisti saranno distribuiti 11,4 miliardi, 3,90 euro ad azione ordinaria. Numeri raggiunti con un mix di vendite più spostato verso il top di gamma e con un inevitabile taglio dei costi.
Il cuscino di Müller
La liquidità netta della divisione auto nel 2017 è stata di 22,4 miliardi, “il nostro cuscino” l’ha chiamato Matthias Müller, ceo del gruppo. Un risultato che è sotto appena di 2 miliardi di euro rispetto a quella del 2015 ovvero prima di considerare gli effetti che avrebbe provocato il dieselgate. E a proposito di dieselgate: le risorse impiegate per l’aggiornamento del software e il buy back dei veicoli interessati negli Stati Uniti nel 2017 è stato di “soli” 3,2 miliardi rispetto ai 6,4 del 2016. Nel complesso dal 2015 a oggi le risorse impiegate per risolvere i problemi legati al dieselgate sono stati 25,8 miliardi.
Le risorse in ricerca e sviluppo
Gli investimenti nel 2017 in ricerca e sviluppo hanno raggiunto il 6,7% del fatturato per 12,6 miliardi di euro, un valore inferiore a quanto registrato nel 2016 (200 milioni e un rapporto che era al 7,3%). “L’obiettivo è arrivare al 6% a partire dal 2020”, spiega ancora Witter. Investimenti sostanzialmente stabili ma più fatturato e maggiori profitti per gli azionisti. La ricetta (finanziaria) dei tedeschi è tutta qui.