Ultimo aggiornamento  23 marzo 2023 11:57

1,6 miliardi per le strade.

Marina Fanara ·

L'accordo siglato tra Conferenza Stato e Città e autonomie locali dà il via libera alla ripartizione delle risorse stabilite dalla Legge di bilancio per la manutenzione delle strade in ambito urbano su proposta del ministero Infrastrutture e trasporti. Si tratta, in tutto, di 1,62 miliardi di euro che sono stati suddivisi tra metropoli e province in base alla lunghezza della rete viaria, al traffico veicolare, al numero di incidenti e all'eventuale rischio idrogeologico.

Roma e Milano in testa

Le risorse verranno spalmate nell'arco dei prossimi sei anni: 120 milioni di euro nel 2018 e 300 milioni per ciascuna annualità dal 2019 al 2023. Considerando le singole realtà urbane, la quota maggiore di finanziamento andrà alle metropoli di Roma (quasi 51 milioni) e Milano (poco meno 35 milioni). A seguire Torino (circa 45 milioni), Bologna (29 milioni) e Firenze (28 milioni), ma le risorse sono state distribuite in tutte le province della penisola (ad eccezione di Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia).

Più sicurezza, meno smog

Le risorse, specifica una nota del ministero, "non potranno essere utilizzate per la costruzione di nuove tratte di infrastrutture o misure che non ricadono in ambito stradale, ma solo per interventi di progettazione e adeguamento normativo, miglioramento della sicurezza, percorsi a tutela degli utenti deboli, salvaguardia pubblica, riduzione dell'inquinamento, prevenzione del rischio riconducibile al traffico dei mezzi pesanti, soprattutto eccezionali, aumento della durata delle infrastrutture e riduzione dei costi". 

Diritto alla mobilità

“L’intervento previsto in Bilancio e ora ripartito per province e Città metropolitane", ha sottolineato il ministro Infrastrutture e trasporti, Graziano Delrio, "risponde alle esigenze di sicurezza stradale dei cittadini, per ridurre l’incidentalità e garantire il diritto alla mobilità in tutte le aree del Paese. La certezza delle risorse per sei anni consente agli enti locali di avviare subito, per il 2018, gli interventi più urgenti e definire un’adeguata programmazione di altri più profondi interventi negli anni successivi”.

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