245 milioni di dollari in azioni, lo 0,34% del valore totale della società. A tanto ammonta il risarcimento che Uber - l'azienda che si occupa di servizio di taxi alternativi - pagherà a Waymo per mettere fine al contenzioso legale in corso di svolgimento a San Francisco.
Secondo Waymo - spin off di Google che studia l'applicazione dei sistemi di guida autonoma - l'azienda di ride hailing avrebbe trafugato degli importanti segreti attraverso Anthony Lewandowski, un ingegnere passato da una società all'altra e che avrebbe portato con sé 14.000 file, fondamentali per dare anche a Uber la tecnologia per le auto senza conducente. Per questo motivo le due rivali erano finite davanti alla corte della città californiana.
Svolta in tribunale
Propio in tribunale è arrivata la notizia della svolta: prima dell'inizio del quinto giorno di dibattimento l'avvocato di Waymo, Charles Verhoeven, ha comunicato al giudice William Aslup che i due contendenti avevano trovato un accordo. Oltre alla cifra - sensibilmente inferiore al miliardo di dollari chiesto dalla società di Alphabet inizialmente - l'accordo prevede espressamente che Uber non utilizzi, per lo sviluppo della sua guida autonoma, nessun hardware o software di proprietà di Waymo.
In una lettera pubblicata online il ceo di Uber, Dara Khosrowshahi, ha scritto: "Anche se non crediamo che alcun segreto commerciale sia passato da Waymo a Uber e siamo convinti di non aver utilizzato nessuna informazione proprietaria di Waymo, ci stiamo comunque impegnando fianco a fianco con loro per far sì che i sistemi lidar e i software della guida autonoma che offriremo ai clienti rappresentino soltanto il frutto del nostro lavoro"-