Ofo, Mobike, oBike, Free@bike ed Enotravel: sono questi i cinque operatori che hanno risposto alla gara indetta dal comune di Torino per ampliare il bike sharing a flusso libero, la bici condivisa che si può prendere e riconsegnare in qualsiasi punto della città. L'obiettivo di Palazzo Civico è disporre di 12.000 biciclette, tradizionali e a pedalata assistita da utilizzare, per un anno, in via sperimentale.
Vecchie conoscenze
In realtà, il bike sharing libero non è una novità per i torinesi, per due dei cinque operatori che hanno presentato una manifestazione d'interesse si tratta di una riconferma: la cinese Mobike e la piattaforma di Singapore, oBike, hanno già avviato il servizio verso la fine dello scorso anno iniziando, rispettivamente, con 1.000 e 500 biciclette. Anche Gobee.bike, un'altra realtà cinese specializzata nel settore, era presente e ha pure partecipato al bando del comune, ma poi ha deciso di ritirarsi dal mercato non solo in Italia, ma in tutta Europa.
La novità italiana
Su 12.000 biciclette che faranno parte della nuova flotta, 9.000 saranno di tipo tradizionale (5.000 di Ofo, 3.000 da parte di Mobike e 1.000 di oBike), mentre le altre 3.000 saranno a pedalata assistita: 2.000 della svizzera Free@bike e 1.000 della Enotravel, start up italiana, specializzata in turismo enogastronomico e mobilità sostenibile, soprattutto elettrica, poco conosciuta ma che, si legge in una nota, si pone come "soluzione italiana del free floating".
Una boccata d'ossigeno
"Non mi aspettavo questo grande interesse, né da parte da parte degli operatori, né dei cittadini", ci confessa Maria Lapietra, assessore alla Mobilità, "invece, nonostante il debutto sia avvenuto in inverno (a partire da novembre scorso, ndr), il bike sharing in free floating è stato subito apprezzato. E ha dato una boccata d'ossigeno alla città: gli operatori già attivi ci dicono che, grazie ai chilometri percorsi in meno con l'auto, si è risparmiata una quantità di anidride carbonica equivalente a quanto avrebbero potuto assorbire 600 nuovi alberi. Considerando questo exploit, abbiamo ritenuto opportuno indire un bando per ampliare e regolarizzare il servizio richiedendo ai gestori il possesso di determinati requisiti".
Garanzia bici protetta
Requisiti stringenti, sottolinea l'assessore, ma che sono stati accettati dalle imprese, tra cui un'assicurazione obbligatoria sulla bici e sull'utente e il controllo da parte dell'azienda sul corretto uso delle biciclette, perché sottolinea Lapietra "non sono mancati episodi di vandalismo o di abbandono delle biciclette in zone assolutamente vietate come alcune piazze auliche o aree riservate ai pedoni. Abbiamo chiesto agli operatori di individuare soluzioni tecnologiche affinché ciò non accada".
Il prezzo per la mobilità
Inoltre, le aziende dovranno versare all'Amministrazione comunale 20 euro l'anno a bicicletta, ma queste risorse, ci spiega l'assessore, "non finiranno nelle casse del Comune: i 240.000 euro che arriveranno dagli operatori verranno utilizzati all'interno del nuovo tavolo tecnico per la mobilità ciclabile che avrà il compito di individuare gli interventi prioritari: i nostri cittadini ci chiedono, per esempio, più aree di sosta per le bici sparse in tutta la città, in modo da parcheggiarle senza creare intralci o pericoli, una migliore manutenzione delle piste ciclabili e la creazione di nuovi percorsi protetti".