L'industria dell'auto prevede per il 2018 un rallentamento nelle immatricolazioni, con una crescita stimata di solo l'1% rispetto al 2017, quando invece si era registrato un saldo positivo del 3,4% sul 2016. Lo ha detto Carlos Tavares, presidente di Acea, l'associazione europea dei costruttori auto e ceo di Psa.
Tavares ha fatto notare come il 2017 abbia rappresentato il quarto anno consecutivo di crescita per il mercato auto del nostro continente. Le vendite hanno superato le 15 milioni di unità, praticamente raggiungendo i livelli del 2007, prima della crisi economica. Si tratta, però, ha detto Tavares, di una ripresa "fragile".
I motivi principali
Secondo il manager portoghese le principali cause del rallentamento nella crescita del mercato sarebbero due. Innanzitutto le nuove regole imposte da Bruxelles sulle emissioni di Co2 che metterebbero a rischio la competitività dell'industria. A detta di Tavares le proposte della Commissione europea, "non danno spazio allo sviluppo di carburanti alternativi e spingono soltanto le auto elettriche". I costruttori di automobili puntano il dito sulla necessità che si crei una rete infrastrutturale solida, in particolare per quanto riguarda le stazioni di ricarica. Oggi questo sviluppo è "frammentato", ha detto Tavares.
Altro nodo cruciale è l'incertezza dovuta alla Brexit. "L'industria automotive del Regno Unito e dell'Europa - ha ribadito il manager - sono strettamente legate. Qualsiasi cambiamento a questo livello di integrazione avrà ripercussioni sui costruttori". Secondo Acea il periodo di transizione dopo l'addio britannico all'Unione dovrebbe essere di tre anni più lungo rispetto alla scadenza fissata per il 2020. "È complicato - ha concluso Tavares - per l'industria fare investimenti se non sappiamo cosa ci aspetta dietro l'angolo". Acea sostiene anche che la prevista crescita dei mercati francese e tedesco potrebbe essere neutralizzata dal calo di quello britannico che nel 2017 ha segnato un -5,7%.