Ultimo aggiornamento  23 marzo 2023 12:57

Alfa Romeo, "l'incompiuto” di Marchionne.

Giulio Valentino ·

Al Salone di Detroit, Sergio Marchionne aveva definito l’Alfa Romeo un “lavoro incompiuto”. L’obiettivo del suo piano 2014-2018, lanciato ad Auburn Hills quartier generale del gruppo, era un marchio profittevole e 8 modelli nuovi: non sarà così alla fine dell’anno, mentre sul mercato sono arrivate soltanto la Giulia e lo Stelvio. Il suv sarà comunque seguito da un suv ancora più grande, ha detto ancora nella capitale del Michigan, e avrà la “priorità”.

Niente numeri

Nel corso della presentazione dei risultati del quarto trimestre del 2017, Marchionne ha aggiunto adesso che nel 2018 il marchio non sarà ancora profittevole, “le perdite sono diminuite ma abbiamo bisogno di più volumi”. Rispondendo agli analisti, l’amministratore delegato non ha tuttavia dato né visibilità ai numeri di Alfa, né indicato una data per la profittabilità.

Piani cambiati

Jato Dynamics stima per il 2017 vendite in salita per 118.000 unità rispetto alle 71.700 del 2016. Nel piano raccontato ad Auburn Hills, per quest’anno Marchionne aveva promesso la vendita di 400.000 Alfa Romeo, obiettivo cancellato in corsa mentre l’altro degli 8 modelli è stato spostato a metà 2020. Il direttore finanziario del gruppo, Richard Palmer, in aprile aveva indicato un ritorno al profitto nel quarto trimestre 2017 mentre Marchionne aveva parlato del 2018, come ha notato Automotive News Europe. Un ottimismo ora non confortato dai numeri, sebbene i risultati finanziari di gruppo nel 2017, presentati la settimana scorsa, siano stati in linea.

La successione

Il delicato momento dell’Alfa Romeo è poi destinato a intrecciarsi con la fine del mandato di Marchionne, che ha annunciato di voler lasciare la poltrona di a.d. il 31 dicembre del 2018. Il successore sarà scelto “non da me ma dal consiglio di amministrazione”, ha detto ancora a Detroit, aggiungendo che verrà dall’interno del gruppo. Ma su tutto ciò che ruota intorno a Fiat Chrysler, dalla successione all’Alfa Romeo, la cautela è d’obbligo, oggi più che mai.

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