Asia, Africa e Oceania. Più nello specifico, India, Sudafrica e Australia. L'uomo d'affari nativo del Punjab, Sanjeev Gupta, proprietario del gruppo internazionale Gfg Alliance, vuole creare un asset industriale automobilistico sviluppandolo su tre continenti.
Canguri a batteria
Obiettivo quello di ridare vita alla defunta industria auto australiana che, dopo 100 anni, ha chiuso definitivamente i battenti nel 2017. Gupta vuole far rivivere l'ex stabilimento di General Motors, nel sud della terra dei canguri, ormai chiuso. L'idea è quella di utilizzare la struttura per costruire veicoli elettrici. Un investimento importante che ridarebbe vita all'industria automobilistica australiana, sparita dopo la decisione di abbandonare il Paese da parte di Gm, Ford e Toyota. Il primo ministro australiano Malcolm Turnbull ha risposto positivamente all'iniziativa dando il via libera ai lavori.
Investimenti intelligenti
La famiglia sudafricana Gupta, di origine indiana, gestisce l'azienda Gfg Alliance - che fa parte del Gruppo Liberty House - e si occupa di estrazioni di metalli (tra questi il litio, elemento fondamentale per le batterie) ed energie rinnovabili. Lo stesso Sanjeev Gupta ha recentemente salvato le acciaierie locali Arrium di Whyalla grazie all'accordo con il governo australiano.
Un nome sotto inchiesta
Gupta, una famiglia potente, riconosciuta a livello internazionale, ha costruito legami molto forti anche con il presidente del Sudafrica Jacob Zuma. Questo rapporto, negli ultimi anni, è stato molto contestato: le accuse di corruzione hanno coinvolto il cognome indiano, dettate dalle influenze decisionali che nel tempo avrebbero dirottato il parere esecutivo del governo. Alla fine del 2017, anche l'Fbi ha aperto un'inchiesta sui nipoti Ashish e Amol, cittadini statunitensi residenti in Texas, a seguito di un giro di tangenti legate alla società di Gupta negli Emirati Arabi.