Uber si prepara a lanciare una flotta di veicoli condivisi privi di conducente e spera di seguire le orme dei suoi concorrenti, che promettono di farlo entro la fine del 2018. Una data precisa ancora non c'è, ma Eric Meyhofer, numero uno del reparto tecnologie avanzate della azienda californiana, ha precisato che il servizio di taxi autonomi non potrà esser disponibile fino a quando non saranno terminati i test sulla sicurezza.
Progressi evidenti
Le sperimentazioni di Uber sulla guida driverless sono cominciate a San Francisco nel 2016: all'inizio a bordo dell'auto c'erano due persone: una dedicata alla raccolta dei dati e l'altra pronta a prendere i comandi in caso di necessità, come previsto dalla legge. Da allora i progressi sono stati tali che oggi chi è al volante è in grado anche di gestire il flusso dei dati che arrivano dai sensori, dalle telecamere e dai radar in dotazione al veicolo.
Il lavoro è quasi completato: "Oggi - ha detto Meyhofer in una conferenza stampa a Detroit - 1.600 persone lavorano ogni giorno in quattro differenti location per preparare il debutto della nostra guida autonoma entro la fine del 2018. Appena i nostri robot supereranno l’esame di guida, non ci sarà più bisogno che ci sia qualcuno a bordo. E non vediamo l’ora di iniziare questo nuovo capitolo”.
Fondi giapponesi anche per la ricerca
Un ulteriore passo in avanti potrebbe arrivare dall'arrivo dei capitali freschi portati da Softbank, il gigante giapponese delle telecomunicazioni che ha formalmente chiuso l'ingresso nel capitale azionario di Uber, per una cifra vicina ai 9 miliardi di dollari. Softbank, i cui rappresentanti siederanno anche nel consiglio di amministrazione dell'azienda, ha intenzione di intervenire nelle politiche societarie. Tanto è vero che si è già espressa, consigliando a Uber di non disperdere le proprie energie inseguendo uno sviluppo globale, ma chiedendo invece che ci si concentri su Stati Uniti, America del Sud ed Europa, potenzialmente i mercati più redditizi.
Tutti in gara
La corsa verso l’automazione delle vetture è in piena crescita e come Uber, anche i suoi concorrenti si stanno muovendo nella stessa direzione. Fra tutti Waymo, l’unità dedicata alla guida autonoma di Alphabet, che dopo aver compiuto i propri test driverless a Phoenix, è "emigrata" anche nella ben più trafficata San Francisco.
Lyft, concorrente diretta di Uber nel settore dei servizi taxi offerti con auto private, non sta a guardare e ha scelto gli inglesi di Aptiv come partner per la realizzazione di veicoli che si guidino da soli. Di recente sono iniziati i test senza conducente sulle strade di Boston. Novità anche dalle Case. General Motors ha annunciato di essere pronta a costruire la prima auto di serie senza pedali e volante, la Cruise AV. Mentre Ford e la catena Domino's stanno sperimentando in Michigan un servizio di consegna a domicilio della pizza effettuata con veicoli a guida autonoma.