E’ un Sergio Marchionne apparentemente rilassato quello presentatosi alla stampa internazionale al Cobo center, durante il Salone dell’auto di Detroit. Dopo avere incassato alcuni clamorosi no – a partire da Gm – su una fusione di Fca con un altro costruttore, Marchionne ha così sgomberato il campo: “Siamo ancora convinti della necessità di consolidamento e condivisione, ma ora abbiamo capito che non ci sono partner con cui cambiare e allora procediamo da soli. Non ho più bisogno di nessuno”.
"Entro il secondo trimestre"
E’ anche ottimista: sull’azzeramento del debito entro la fine del 2018, ha detto di sperare di farlo “entro il secondo trimestre di quest’anno, se riusciamo ad anticipare torniamo tra i buoni”. Marchionne ha usato parole molto caute invece sull’ipotesi di scorporo dal gruppo del marchio Jeep che, nelle scorse settimane, avevano spinto al rialzo il titolo in borsa. Un rally, ha precisato, in cui non c’è dietro nessuna strana manovra, “vedo soltanto un giudizio obiettivo sulle nostre azioni”.
"Jeep ancora dentro Fca"
“Scorporare Jeep", ha detto Marchionne, “è un problema molto complesso. Bisogna anche ragionare su cosa resta dentro. Quello di Jeep è un successo addirittura inaspettato: la Jeep che abbiamo trovato nel 2009 non sarebbe mai stata in grado di raggiungerlo. Comunque continuo a vedere un sistema integrato, con Jeep ancora dentro Fca”.
Bravo Trump
Poi un plauso all’amministrazione Trump, che con il taglio delle tasse legate alla riforma fiscale, ha permesso a Fca di risparmiare e investire un miliardo di dollari sulla produzione negli Stati Uniti e su bonus ai dipendenti nordamericani: “Siamo tornati a produrre i mezzi Ram da Saltillo al Michigan – ha spiegato l’amministratore delegato di Fca - perché era un atto dovuto e naturalmente per la riforma fiscale approvata da Trump. È stato un segno di fiducia nei confronti di un Paese che ci sta dando una grandissima opportunità a livello economico. Ho una grandissima fiducia nel futuro di questo Paese”.
Due nuovi suv Alfa e Maserati
Marchionne ha poi parlato di prodotto, in particolare dei due marchi Alfa Romeo e Maserati, che avranno altri due suv: “La sorella maggiore della Stelvio e la sorella minore della Levante avranno la priorità su tutto il resto”. Aggiungendo che “è naturale, prendete la Giulia: è una macchina eccezionale, ma non riesce a destare lo stesso interesse della Stelvio. Guardate cosa succede negli Usa, dove un colosso come la Bmw fa fatica a vendere le proprie berline tradizionali: questo è un mercato che per due terzi è fatto di suv e pick-up, e stiamo osservando lo stesso cambiamento repentino anche altrove, come in Europa”. Infine, una nota dal sapore di marketing: “Ma non chiamatele suv: quelle le facciamo con il marchio Jeep. Il resto sarà qualcosa di diverso, come lo sono Stelvio e Levante”.
Elezioni in Italia
Infine, una battuta alla domanda se fosse preoccupato delle elezioni di marzo in Italia: "In generale ormai non mi preoccupo più di niente. L’importante è avere certezze su chi governa".