Ultimo aggiornamento  31 maggio 2023 04:40

Ford contro i molestatori in fabbrica.

Patrizia Licata ·

E' intervenuto Jim Hackett in persona, l'amministratore delegato di Ford Motor Company, per chiarire qual è la posizione del top management sul caso delle molestie sessuali denunciate da decine di dipendenti delle fabbriche di Chicago: "Non c'è posto per questi abusi alla Ford. Non vi vogliamo qui e non esiteremo a mandarvi via se questo è il modo in cui vi comportate".

Il Ceo ha inviato una lettera a tutti i dipendenti pochi giorni dopo la pubblicazione di un articolo sul New York Times alla fine di dicembre, corredato dalle foto e dalle testimonianze di alcune delle donne che lavorano nelle fabbriche di assemblaggio e stampaggio di Chicago di Ford. “Mi ha sconvolto leggere i racconti di quelle donne", ha scritto Hackett, "ho una lunga esperienza manageriale e posso garantire che in nessuna azienda sarebbe tollerata una situazione del genere". Infatti sul caso è intervenuta la Equal Employment Opportunity Commission, l'ente federale che vigila sull'applicazione delle norme contro le discriminazioni al lavoro. E non solo quest'anno.

Non è la prima volta

Le due fabbriche sono gli stabilimenti storici di Ford nello Stato dell'Illinois, il primo inaugurato nel 1924, il secondo nel 1956. L'Assembly Plant oggi produce la Taurus e l'Explorer e conta 4.000 dipendenti; lo Stamping Plant invece fa componenti per la carrozzeria e ha 1.270 dipendenti. Già a inizio Anni '90 le due fabbriche sono finite in un'inchiesta della Equal Employment Opportunity Commission per i ripetuti episodi di molestie e discriminazioni razziali. Ford spese allora 22 milioni di dollari per patteggiare. A metà 2016 oltre 30 donne hanno denunciato ancora le violenze e fatto causa all'azienda; è intervenuta la Equal Employment Opportunity Commission e Ford ha di nuovo patteggiato pagando 10 milioni di dollari; il patteggiamento con l'ente federale ha messo il costruttore al riparo dalla class action.

"Mi scuso. Miglioreremo"

E' una storia che, inaccettabilmente, si ripete e tocca al Ceo prendersi le responsabilità ma anche assumere direttamente il compito di trovare la soluzione. "Vorrei cogliere questa occasione per dire che mi dispiace e, da parte mia e di tutti i dipendenti di Ford Motor Company, che condannano le molestie e le discriminazioni quanto me, mi scuso. Anzi, prometto che impareremo dagli errori e miglioreremo".

Un video in fabbrica

Che cosa cambia ora nelle due fabbriche di Chicago? Da alcuni giorni viene trasmesso senza interruzioni un video di tre minuti che mette alla gogna chi compie abusi e molestie e spiega come procedere per l'eventuale denuncia. I dipendenti saranno sottoposti a corsi intensivi sui comportamenti corretti e quelli da evitare e saranno vigilati da nuovo personale che riporterà direttamente al top management. Per ora le donne che hanno raccontato sul New York Times quello che succede alle fabbriche Ford restano scettiche: i manager sanno quello che succede ma guardano dall'altra parte, dicono. E aggiungono che a nessuno importa, perché loro non sono le belle attrici di Hollywood vittime del ricco produttore Weinstein, ma solo operaie di colore in fabbriche dominate dagli uomini e dalle rivalità etniche.

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