Ultimo aggiornamento  28 marzo 2023 01:09

L'Italia del bike sharing.

Marina Fanara ·

Se Milano è stata incoronata capitale del bike sharing, l'Italia intera è il paese in Europa, con il più alto numero di servizi di bici condivisa: in tutto sono circa 200 contro i 39 della Francia, tanto per parlare di una nazione ad alta vocazione "ciclistica". A fornire le cifre sull'andamento e consistenza di questa alternativa di mobilità sostenibile, gettonata e auspicata soprattutto in ambito urbano, è l'Osservatorio nazionale sulla sharing mobility: l'anno scorso ha pubblicato il suo primo Rapporto, dal quale emerge, premette il coordinatore tecnico, Massimo Ciuffini, "uno scenario che è tuttora a luci e ombre e in continua evoluzione". Ma cominciamo dai numeri.

150 città in bici condivisa

Oggi sono poco più di 150 i comuni in cui è attivo il bike sharing, detta in altri termini circa 13 milioni di italiani (il 18% della popolazione nazionale) vive in una località dove è possibile spostarsi con una bici a "noleggio". Si tratta di realtà urbane di tutte le dimensioni, anche se la maggiore concentrazione è nelle città a maggiore vocazione ciclistica: se Milano, per esempio, vanta il più alto numero di iscritti al servizio, per tassi di adesione (persone cioè che oltre a essere abbonate, lo utilizza davvero), è seconda dopo Brescia. In generale, il 45% dei servizi è presente nei comuni medio piccoli e anche se la bici condivisa è, per lo più, a "misura urbana", in alcuni casi è possibile utilizzarlo anche per gli spostamenti nell'hinterland (per esempio, nelle province di Trento, Cremona e Lodi).

Nord in testa con la Lombardia

Per ripartizione geografica, ancora una volta, primeggia il Nord dove si concentra il 64% delle città italiane che dispongono di almeno un servizio di bici condivisa. La Lombardia è la regione più attiva (34 comuni in tutto), l'ultima in classifica è la Basilicata (1). Per il resto, le realtà più rappresentative sono Piemonte (15), in Emilia Romagna (20), Veneto (17), Liguria (9), Friuli Venezia Giulia (3), Trentino Alto Adige (23), Valle  d’Aosta (2). Nel Mezzogiorno (22% di tutte le città), il bike sharing è presente soprattutto è in Sardegna (15 comuni), in Puglia e Sicilia (9 ciascuna) e in Campania (6 comuni). Nell’Italia centrale (il 14% delle realtà urbane attive) ce ne sono 12 in Toscana, 6 nelle Marche, 8 nel Lazio e 2 in Umbria.  

Parte a Firenze e ritorna a Roma

Passiamo al bike sharing nelle città metropolitane: in testa, per numero di abbonati e bici a noleggio, ci sono Milano e Torino (dove nella seconda metà di quest'anno hanno debuttato i colossi esteri del free floating), a seguire Genova, Venezia, Bologna, Bari e Palermo. Quest'anno dopo anni di "abbandono", il servizio è ricomparso anche a Roma, dove le start up asiatiche oBike e Gobee.Bike hanno appena attivato la bici a flusso libero (il mezzo si lascia e si prende dove si vuole) anche se, per ora, limitatamente ad alcuni municipi. Per Firenze, invece, è una new entry: negli ultimi mesi hanno debuttato due servizi, entrambi in free floating, prima la start up cinese Mobike e poi, anche qui, è sbarcata Gobee.Bike. Ultima novità è la città metropolitana di Milano che sta lanciando un bando per un servizio di bici condivisa integrata tra i comuni che hanno aderito all'accordo (finora sono 82).

Successo, ma non per tutti

"A questo punto", ci spiega Massimo Ciuffini, "bisogna fare alcune considerazioni. Prima di tutto: su circa 150 le realtà italiane servite dal bike sharing, sono al massimo una quarantina quelle in cui questa modalità sta funzionando come vera alternativa di trasporto urbano. Moltissimi comuni hanno voluto lanciare un servizio di bici condivisa magari per motivi di immagine (va di moda ed è indice di attenzione ai temi ambientali) o per aderire ai bandi nazionali ed europei, con annessi finanziamenti. Insomma, molte amministrazioni si sono mosse senza valutare preventivamente se la bici condivisa potesse rispondere o meno alle esigenze del territorio e di mobilità dei propri cittadini".

30.000 biciclette a noleggio

E ancora: "Un'altra linea d'ombra", aggiunge il responsabile tecnico dell'Osservatorio, "è calcolare quanti noleggi sono fatti finora in tutta, solo alcuni comuni lo indicano, per il resto gli addetti ai lavori parlano di una media di 3-4 per ogni biciclette condivisa". Stando ai dati più recenti (risalgono a ottobre scorso) da 14.604 bici condivise nel 2015 in tutta Italia, si è saliti a 15.816 nel 2016 per sfiorare quest'anno i 30.000 pezzi: per la precisione 16.604 biciclette in modalità station based (i mezzi vanno presi e consegnati in appositi parcheggi) e quasi 13.000 a flusso libero.

Incognita free floating

"il debutto dei giganti del free floating", sottolinea Ciuffini, "farà la differenza: si stanno velocemente diffondendo in molte città (per prime, ancora una volta, Milano e Torino) e bisognerà vedere che impatto avranno sul servizio e sulla mobilità in città, sia in termini quantitativi che qualitativi. Occorrerà vedere se questo sistema migliorerà i modelli di gestione attuali o ne acuirà i problemi, come la mancanza di programmazione in molti comuni, di cui parlavo. Ribadisco: il settore presenta uno scenario a luci e ombre ed è in continua evoluzione. Staremo alla finestra". 

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