C’è tempo fino al 7 gennaio per ammirare al Museo Mille Miglia di Brescia trenta protagoniste storiche della corsa più bella del mondo, riscoprendone i fasti in un percorso interattivo che tramite bluetooth, Internet e totem touch screen ripropone documenti, articoli e video dell’epoca per ogni auto esposta. La mostra “90 Anni. 1000 Miglia”, organizzata da Automotive Masterpieces e patrocinata dall’Automobile Club di Brescia, è stata inaugurata a maggio con una formula innovativa: presentare a rotazione solo le auto che hanno effettivamente preso parte alla corsa, incrementando nel tempo con nuovi ingressi il fascino dell’esposizione. Fra le perle oggi sotto i riflettori spiccano la Fiat 8V coupé del 1953, la Giaur 750 Sport del 1950 e la Osca MT4 2AD del 1954.
Fiat a 8 cilindri
Nel dopoguerra la casa automobilistica torinese sviluppa in gran segreto il progetto di una GT da competizione con motore 8V da 2.000 centimetri cubici. Ne vengono realizzati 114 esemplari che riscuotono fin da subito un grande successo sportivo. La numero 8 esposta al museo, contraddistinta dal numero di telaio 106.000008, è uscita dallo stabilimento produttivo nel 1953 ed era di proprietà di Emanuele Filiberto Nasi, nipote di Giovanni Agnelli e presidente dell'Automobile Club Torino. Nel suo palmarès vanta la partecipazione alla Mille Miglia del 1957 oltre che alla corsa in salita Sassi-Superga dei Colli Torinesi.
Da Urania e Giannini nasce Giaur
Nel 1950 il pilota teramano Berardo Taraschi si costruisce un’auto da corsa, utilizzando alcuni residuati bellici. Il veicolo che sfoggia il brand Urania ha un motore dei fratelli Giannini e dall’unione dei marchi nasce la Giaur 750 Sport. La vettura esposta a Brescia, marchiata BT004 sul telaio, ha partecipato a quattro edizioni della Mille Miglia tra il ’50 e il ’54, mostrando le sue potenzialità anche in altre competizioni come il Circuito di Salerno, quello di Terni e la cronoscalata Vermicino - Rocca di Papa.
Osca, piccola per grandi piloti
Corre il 1947 quando i fratelli Ettore, Ernesto e Bindo Maserati decidono di produrre auto da corsa nel cuore dell’Emilia, dopo aver ceduto l’Officina Alfieri Maserati al proprietario di un’acciaieria. Nascono così le “Officine Specializzate per la Costruzione Automobili Fratelli Maserati”, che il mondo ancora ricorda nell’acronimo O.S.C.A. La prima auto prodotta è la MT4 che dal ‘48 al ‘54 domina le corse, al punto di diventare la vettura sportiva più titolata tra quelle spinte da un motore con cilindrata inferiore ai 1.500 centimetri cubici. La vettura contribuisce ai successi anche di Ada Pace, prima donna a vincere la Targa Florio nella categoria 1100 proprio con la Osca. Quella sulla pedana del museo è del 1954, con telaio 1151 e carrozzeria Morelli, protagonista in tante competizioni tra cui Mille Miglia, Giro di Sicilia e Coppa d’Oro delle Dolomiti.
La tecnologia racconta la storia
“Abbiamo unito passato e futuro – afferma Sandro Binelli, curatore della mostra – per raccontare la storia di questi capolavori in chiave tecnologica. La finalità è quella di rendere attuale e facilmente fruibile il prestigio di queste vetture, cercando, conservando e talvolta ricostruendo un patrimonio che altrimenti andrebbe irreparabilmente perduto”. L’esposizione è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18 e il costo del biglietto è di 8 euro. I soci ACI pagano invece solo 5 euro.