Uber si preparara a invadere le strade americane con migliaia di taxi robot a guida autonoma di livello 5, quella che non prevede la presenza a bordo di un conducente neanche per intervenire in caso di necessità. La società californiana ha stretto un accordo con Volvo per acquistare - tra il 2019 e il 2021 - 24.000 suv XC90 che saranno poi dotati dei più avanzati sistemi driverless, realizzati dall'Advanced Technologies Group della stessa Uber.
Un miliardo di investimento
L'accordo, che prevede un esborso per la società californiana di almeno un miliardo di dollari complessivamente solo per le auto a cui vanno aggiunti i costi della tecnologia driverless, apre la strada a un futuro nel quale si potrà prenotare un taxi e farsi accompagnare a destinazione senza che ci sia un guidatore a bordo. Tutta la transazione avverrà via app.
Il 2019 è la data indicata da Uber per l'inizio del servizio che, verosimilmente, esordirà nelle città statunitensi già toccate dalle sperimentazioni della guida autonoma della società californiana, come San Francisco, Portland e Pittsburgh. Anche Boston sarebbe sulla lista. Si tratta ora di capire se la tecnologia da applicare sui veicoli sarà effettivamente pronta per quella data. La principale rivale di Uber in questa corsa all'auto robot, Waymo, ha annunciato che inizierà le sperimentazioni dei mezzi senza esseri umani al volante entro pochi mesi.
Lavoratori preoccupati
La notizia dell'accordo tra Uber e Volvo ha sollevato qualche preoccupazione tra le migliaia di autisti che oggi lavorano per la società di ride hailing, fornendo un servizio di taxi con auto private. Jeff Miller, a capo del settore che si occupa degli accordi con le altre realtà dell'automotive, ha provato a tranquillizzarli: "Abbiamo milioni di conducenti che operano attraverso la nostra piattaforma ogni giorno. 24.000 taxi autonomi è solo una frazione del nostro impegno. Ci sarà sempre spazio per gli uomini nel nostro futuro". Qualche analista, tuttavia, ha invitato i guidatori di Uber a pensare bene al proprio domani: nel giro di tre o quattro anni, se tutto andrà per il verso giusto, potrebbero essere sostituiti dall'intelligenza artificiale.