TOKYO - Mitsubishi all’attacco. Il ceo Osamu Masuko ha confermato al Tokyo Motor Show (25 ottobre – 5 novembre) l’obiettivo a medio termine: incrementare le vendite del 30% arrivando a quota 1,3 milioni nei prossimi 3 anni. In particolare la crescita in Giappone è prevista del 40%. La strategia è figlia dell’acquisizione del 34% di Mitsubishi da parte di Nissan e dei piani ambiziosi della leadership di Carlos Ghosn, numero uno indiscusso dell'alleanza franco-nipponica (Renault - Nissan e ora Mitsubishi): 14 milioni di veicoli con i tre brand entro il 2022. E a Mitsubishi toccherà correre.
Undici nuovi modelli in tre anni
Per riscattare i problemi derivati dalla falsificazione sui consumi di alcune minicar giapponesi (aprile 2016), nei prossimi 3 anni Mitsubishi ha in programma il lancio di 11 nuovi modelli, restyling compresi, tra i quali un suv e una minicar, entrambi elettrici (la piccola però sarà destinata solo al mercato locale). In particolare il crossover è stato anticipato al Tokyo Motor Show dal concept e-Evolution. D'altronde la prima elettrica di Mitsubishi risale al 1971 (in forma di prototipo), seguita nel 2009 dal lancio della piccola iMiev. La Casa giapponese può contare anche su 135mila unità vendute fino ad oggi dalla Outlander PHEV, ibrida plug-in.
Profitti in alto
La strategia di prodotto va ad affiancarsi, nello stesso periodo, al taglio di costi annunciato in più di 100 miliardi di yen, circa 750 milioni di euro. Al resto ci penseranno quelle "economie di scala che non abbiamo mai avuto", ha spiegato a Tokyo, Osamu Masuko. Benefici che contribuiranno, almeno secondo i piani, a raggiungere margini operativi del 6% rispetto agli attuali dello 0,3%.