Un bio carburante, nel quale la parte "bio" viene ricavata anche dagli oli di frittura usati per cucinare in casa: è un nuovo ecogasolio che Eni+, in collaborazione con l'Istituto motori del Cnr di Napoli, sta sperimentando a Torino su un autobus del trasporto pubblico.
Biodiesel anti smog
I test su strada, avviati lo scorso luglio e che si completeranno per la fine di ottobre, hanno dimostrato un significativo impatto sull'inquinamento rispetto al normale diesel finora utilizzato: a parità di condizioni nel traffico e chilometri percorsi, -40% di polveri sottili, -7% di anidride carbonica (CO2), -10% di ossido di azoto (NOx) e una riduzione dei consumi pari al 2%.
In base all'accordo stipulato con il Comune torinese, il nuovo carburante che contiene il 15% di componente rinnovabile, è stato venduto allo stesso prezzo del diesel finora fornito da Eni (che si è aggiudicata l'appalto) per il rifornimento dei mezzi pubblici in servizio sulla rete urbana. Un vantaggio, quindi, per le casse comunali, per la qualità dell'aria e, in generale, dell'ambiente in città grazie al recupero degli scarti di consumi.
Dalla cucina al motore
Il bio carburante, infatti, può essere prodotto rigenerando gli oli esausti: nella fattispecie, quelli usati dai torinesi per friggere le loro pietanze e di cui l'Amministrazione intende migliorare la raccolta. Per questo, insieme ad Amiat (la municipalizzata per la gestione dei rifiuti) sta individuando nuovi punti che ne favoriscano il recupero. "Grazie a questo accordo", ha commentato il sindaco, Chiara Appendino, "Torino è la prima città italiana a sperimentare il nuovo carburante ecologico, a conferma dell'impegno della nostra città per una mobilità sempre più sostenibile per l'ambiente e la salute dei cittadini, senza limitare la loro possibilità di spostamento".