La Commissione europea vuole auto elettriche al cento per cento Made in Europe. Batterie comprese. E per questo ha presentato la EU Battery Alliance, un'iniziativa che riunisce enti pubblici, aziende private e centri di ricerca, che cercherà di capire quali misure legislative o stimoli economici servono per fare dell'Europa uno dei maggiori produttori mondiali di batterie agli ioni di litio, in grado di competere con i fornitori di Giappone, Sud Corea, Cina e Stati Uniti che oggi dominano il mercato.
La tabella di marcia dell'Europa
"Le batterie sono al centro dell'attuale rivoluzione industriale, sono la tecnologia chiave per la nostra unione energetica. Poter sviluppare e produrre batterie è strategico per un'Europa che va verso la mobilità a zero emissioni e sistemi energetici puliti", ha sottolineato il vice presidente Ue per l'Unione energetica Maroš Šefcovic.
L'Europa però non ha una solida base industriale nella produzione di celle agli ioni di litio e questo - secondo Šefcovic - rende la nostra posizione subordinata all'interno della supply chain: nel costruire veicoli elettrici, i nostri costruttori dipendono dalle forniture estere, che costano e limitano la capacità di controllare la qualità e la progettazione.
L'iniziativa varata dalla Commissione europea, con l'obiettivo di arrivare a produrre batterie su larga scala nell'Unione, stimolando anche la nascita di nuove start up e il lavoro delle università, è aperta a tutte le parti interessate e include la Banca europea per gli investimenti, che affiancherà il suo sostegno ai finanziamenti dei privati. Verrà definito un piano strategico a inizio 2018 con una tabella di marcia che sarà presentata a febbraio al Clean Energy Industrial Forum, evento che si svolge all'interno degli EU Industry Days: sarà allora che l'Alleanza europea per le batterie (EU Battery Alliance) prenderà forma definitiva.
La leadership asiatica
È un impegno credibile? Secondo i concorrenti sud-coreani sì: “La batteria è il componente chiave di un veicolo elettrico e ne rappresenta il 40% dei costi di produzione. I governi e i costruttori d'auto europei non se ne staranno con le mani in mano a guardare i fornitori sud-coreani diventare i numeri uno del mondo", ha commentato al Korea Herald, Lee Hang-koo, ricercatore del Korea Institute for Industrial Economics & Trade.
Secondo le più recenti proiezioni sulle quote di mercato dei produttori di batterie agli ioni di litio, nel 2018 l'azienda giapponese Panasonic raggiungerà uno share del 33%, seguita dalla cinese Byd (18%) e dalle coreane LG Chem (17%) e Samsung (9%). La determinazione dell'Unione europea a investire nelle batterie per auto elettriche e promuovere un'industria locale potrebbe anche spingere i produttori coreani a dar vita a un'alleanza simile che li rappresenti meglio su scala globale.
Scommessa sul futuro
Nell'immediato, la concorrenza europea non fa paura ai concorrenti dell'Asia: conoscenze, tecnologie e componenti per le batterie dell'auto elettrica non si mettono insieme dall'oggi al domani. I primi impianti europei che costruiranno batterie agli ioni di litio (tra cui quello che Daimler sta realizzando in Germania) faranno solo l'assemblaggio, ma le componenti di base (le celle al litio)saranno fornite dai player asiatici, osservano gli esperti di Sne Research, che aggiungono: per la produzione di massa di batterie al cento per cento europee occorreranno almeno cinque, se non dieci anni. Tuttavia, sul Korea Herald il portavoce di uno dei big delle batterie della Corea del Sud ha chiarito: "Vediamo rischi di perdita di quote di mercato nel caso in cui l'Europa riesca a fare un salto in avanti e portarsi rapidamente nell'era delle tecnologie di nuova generazione per le batterie che supereranno quelle attuali". La EU Battery Alliance dovrà insomma guardare oltre le celle agli ioni di litio e giocare le sue carte ambiziosamente puntando sul futuro.