Sicurezza, affidabilità, funzionalità degli spazi: sono i parametri costruttivi che hanno identificato nel tempo le Volvo. Ma la Casa svedese, seppure limitatamente, non ha comunque trascurato modelli d’impronta sportiva. E proprio una sportiva ha segnato il debutto della prima trazione anteriore nella storia del marchio, la 480ES.
L'auto viene lanciata al Salone di Ginevra del 1986: è una originale “shooting brake” come la definirebbero gli inglesi, una coupé-wagon che rilegge in chiave moderna la formula stilistica (e pratica) già utilizzata dalla Volvo, all’inizio degli anni Settanta, con la P1800 ES, e ripresa poi dalla Lancia con la Beta HPE.
Splendida forma
Slanciata nella forma a due volumi, con il lunotto posteriore che ha funzione anche di portellone per l’accesso al vano bagagli, la 480 disegnata dalla equipe di Jan Wilsgaard con lo zampino della Bertone si caratterizza per i fari anteriori a scomparsa e per la possibilità di ospitare discretamente i passeggeri posteriori (gli anteriori hanno a disposizione ottimi sedili ampiamente regolabili) e di trasformare l’abitacolo per una versatilità di carico inconsueta considerando il tipo di vettura e una lunghezza contenuta in 4,26 metri.
Tecnologicamente avanzata
Nella meccanica non si spinge troppo sull’acceleratore dell’autentica sportività, anche se le sospensioni (retrotreno ad assale rigido con barra Panhard) vengono messe a punto in collaborazione con la Lotus e il motore, l’onesto quattro cilindri 1700 di derivazione Renault 21, usufruisce dei “consigli” Porsche.
Comunque, mettendo in campo 109 cavalli, buona dinamica, freni a disco e ABS optional, la ES non disdegna un certo temperamento, con punte velocistiche prossime ai 190 all’ora e accelerazioni da 0 a 100 sotto i 10 secondi. Inoltre, grazie al sistema di alimentazione ad iniezione elettronica, la coupé Volvo è in grado di montare il catalizzatore, indispensabile già allora per la diffusione su alcuni mercati. Costruita nella fabbrica olandese di Born, entrata nel patrimonio Volvo dopo l’acquisto della marca locale Daf nel 1975, la 480 non tradisce neppure la tradizione di qualità scandinava, fatta di materiali robusti, cura nei montaggi e buona dotazione di accessori, che giustificano anche prezzi un po’ sopra la media della categoria (da noi 23.500.000 lire).
Crescita continua
L’evoluzione negli anni vede l’arrivo nel 1988 di una variante Turbo (un piccolo Garrett) che fa crescere la potenza a 120 cavalli e la velocità si spinge fino ai 200 all’ora, mentre nel 1990 nasce la versione più economica 480 S e nel 1993 il motore viene portato a due litri.
La corsa della shooting brake svedese termina nel 1995 con il soddisfacente risultato di oltre 80.000 unità prodotte, delle quali poco meno di 19.000 vendute in Italia.