Uber continua a far parlare di sé. Ora tocca alla chiusura della divisione Xchange che negli Stati Uniti si occupa di noleggiare a lungo termine le auto ai driver della app. La notizia era stata anticipata all'inizio di agosto dal Wall Street Journal, che aveva raccolto indiscrezioni da ambienti vicini ai vertici dell'azienda californiana. Lo stesso nuovo ceo, Dana Khosrowshahi, avrebbe invitato, durante un recente consiglio di amministrazione, Uber a "concentrarsi su attività che fanno guadagnare".
Tutti i numeri di un fallimento
La notizia è stata poi confermata da un portavoce della società che ha dichiarato di aver "deciso di stoppare le operazioni di Xchange per dedicarsi a iniziative meno costose e più redditizie". Niente più formule di noleggio a lungo termine (in particolare per Ford Focus e Nissan Altima) quindi per gli autisti di Uber in molte grandi città americane come Los Angeles e Atlanta.
Quando in estate si è parlato della possibilità di un disimpegno di Uber da questa attività, sono filtrate anche notizie sui numeri - non proprio positivi - di Xchange: flotta di 40.000 vetture (distribuita solo negli Stati Uniti) con perdite di circa 9.000 dollari per unità, 18 volte la stima inziale. Xchange impiega oggi circa il 3% dei dipendenti di Uber, la maggioranza dei quali dovrebbe essere ricollocata all'interno della struttura societaria.