General Motors sarà in grado di capitalizzare il progressivo espandersi del mercato delle vetture driverless guadagnandoci nettamente prima e più di tutti gli altri. Tesla compresa.
Gm top del mercato
L'affermazione - che ha fatto schizzare in alto le azioni di Gm alla borsa di New York nella giornata di lunedì - è di Rod Lache, analista finanziario per il gigante Deutsche Bank. Il manager - il terzo secondo la rivista Forbes nella classifica degli analisti di Wall Street e che ha una solida reputazione per i suoi studi sul mondo dell'automotive - ritiene che il colosso di Detroit conquisterà almeno il 17,5% del mercato delle autonome. Per questo motivo, Deutsche Bank ha alzato il rating di Gm da "Hold" a "Buy"prevedendo che le azioni arriveranno a valere fino a 51 dollari. Oggi il loro valore si aggira tra i 39 e i 42 dollari: la crescita sarebbe, quindi, di quasi il 29%.
Mobilità, non proprietà
Secondo l'analisi di Lache, circa il 60% delle persone negli Stati Uniti - soprattutto chi abita in città - preferiranno in futuro utilizzare servizi di mobilità autonoma, piuttosto che essere proprietari di un'auto completamente automatizzata. Inoltre, sostiene sempre l'esperto della Deutsche Bank, nel 2025 soltanto il 2% delle miglia percorse negli Usa avverranno con l'intelligenza artificiale alla guida. Testualmente, Lache scrive che "Gm sarà pronta per lo sviluppo commerciale dell'auto autonoma molto prima di quanto si creda (qualche trimestre, non anni) e sarà potenzialmente anni avanti alla concorrenza. Crediamo anche che questo business si svilupperà più rapidamente di quanto non si creda".
Contraddetti i dati di vendita
Solo lo scorso aprile Tesla - che nel 2016 ha venduto in tutto 86.000 automobili, contro le oltre 7 milioni e 972mila di General Motors - aveva scavalcato il gigante di Detroit nel valore in borsa, diventando leader del comparto automotive.
Eppure pochi mesi fa David Einhorn - presidente dell'hedge fund Usa Greenlight Capital - aveva messo in guardia dall'acquisto delle azioni sia di Gm che di Tesla. Il primo gruppo, sosteneva Einhorn, genera utili ma le sue azioni, a causa di un mercato Usa debole, sono tornate al valore che avevano nel 2010. Tesla sarebbe colpevole di "bruciare" gli utili che riesce a realizzare e sarebbe, secondo Einhorn, a rischio "bolla".