Il geniale ingegnere, inventore e imprenditore inglese James Dyson – famoso per aver fondato una azienda multimiliardaria che produce aspirapolvere e mille altre diavolerie elettroniche per la pulizia dell’aria e dell’ambiente che ci circonda – ha deciso di entrare nel mondo delle auto elettriche.
Un'auto tutta nuova
Sono già due anni che il 70enne Dyson sta lavorando a questo progetto nel quale sarebbero coinvolti circa 400 ingegneri e designer con l'obiettivo di costruire una propria vettura a batteria che spera di presentare entro il 2020 e di commercializzare a partire dal 2021. Di che genere di auto si tratterà è ancora poco chiaro. Quello che si sa per certo è che la risposta inglese alle Tesla del visionario Elon Musk – almeno all’inizio – non sarà alla portata di tutte le tasche.
“Abbiamo lavorato a lungo – sono le parole usate dall’imprenditore - e adesso siamo in grado di mettere a frutto i nostri sforzi. Sono contento di poter dare personalmente questo annuncio: stiamo lavorando a una vettura elettrica e sarà radicalmente diversa da quelle che conoscete. Su questo progetto ho investito due miliardi e mezzo di sterline, uno per il design del mezzo, uno per lo sviluppo della batteria e mezzo miliardo per le altre tecnologie connesse. Per adesso non lasceremo filtrare altre notizie: la competizione in questo campo è fortissima e dobbiamo stare attenti”. Quello che si sa, invece, è che il progetto potrebbe portare a circa 4.000 nuovi posti di lavoro che si aggiungeranno agli 8.000 dipendenti dell'azienda nel mondo: Dyson ha recentemente acquistato un ex aeroporto militare, con degli hangar in disuso, nella zona di Chippenham, nel Wiltshire, non lontano da Bristol.
Idea che viene da lontano
A sentire Mr Dyson, l’idea avrebbe iniziato a frullargli nella testa già negli anni ’90. La prima intuizione al geniale inventore nativo di Cromer – sulla costa del Norfolk nell’Inghilterra orientale – sarebbe venuta partendo dall'invenzione di un filtro anti-particolato da applicare al sistema di scarico delle automobili. “Nel 1993 – ha detto Dyson – avevamo già sviluppato diversi prototipi di un filtro a rotazione e lo avevamo anche presentato al pubblico durante un programma televisivo inglese. Purtroppo l’industria automobilistica ci chiuse la porta in faccia, dicendo che montare un dispositivo del genere sarebbe stato costoso. Meglio respirare quello schifo allora?”. Comunque il progetto subì uno stop.
Risposta polemica
Dyson non manca di mettere un po’ di pepe nella polemica: “Erano quelli gli anni in cui il governo inglese mise in piedi i programmi di sostegno all’industria, parlando di diesel pulito. E invece molti costruttori hanno barato e aggirato le leggi. Col risultato che le città, inglesi e non solo, oggi letteralmente scoppiano di auto, bus e camion altamente inquinanti”.
Dyson racconta di non essersi lasciato scoraggiare, “anni fa ho deciso di chiedere alla mia compagnia di impegnarsi sul fronte delle batterie, visto che la mobilità elettrica è di certo una risposta giusta ai problemi dell'inquinamento. Di fronte ai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità che parla di milioni di morti nel mondo a causa del del degrado ambientale, abbiamo l’obbligo di trovare al più presto una soluzione definitiva”.