"Negli anni passati c'è stato un calo progressivo degli incidenti, ma ultimamente siamo in una fase stazionaria, nella quale, però, e su questo richiamo l'attenzione di tutti, a fronte di una diminuzione dei sinistri con feriti, sono in aumento gli incidenti mortali". A lanciare l'allarme è Giuseppe Bisogno, direttore della Polizia stradale, che, durante la presentazione della Giornata Europea senza morti sulle strade ha fornito i dati più recenti sullo stato della sicurezza lungo le nostre strade.
Meno feriti, più morti
Stando ai numeri registrati da Polizia e Carabinieri, da gennaio a settembre di quest'anno, ci sono stati 20 morti in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Viceversa, le persone rimaste ferite sono state circa 1.500 in meno: "Questi numeri sono frutto delle rilevazioni effettuate da Polizia stradale e Carabinieri, perché i dati delle Polizie locali in nostro possesso non sono definitivi", ha sottolineato Bisogno, "inoltre, considerando che sulle autostrade, sempre da gennaio a settembre, la situazione è pressoché invariata rispetto al 2016, c'è da pensare che l'emergenza sia nelle città e sulle strade extraurbane".
Edward in campo
"Serve uno sforzo maggiore", ha aggiunto il direttore della Polstrada, "che non significa solo più contrasto nei confronti di chi non rispetta le regole del Codice, ma anche azioni mirate e formazione continua per ridurre quelli che sono i comportamenti più gravi alla guida: velocità, alcol e droga, e distrazione, soprattutto da smartphone. Ma, per questo, serve uno sforzo comune e più responsabilità da parte di tutti". E la Giornata europea senza morti sulle strade (l'acronimo è Edward, European day without a road death) può essere un potente strumento di sensibilizzazione a riguardo.
Le Polizie fanno squadra
Edward è un'iniziativa promossa da Tispol, il network delle Polizie europee (la nostra Polstrada ha la presidenza da ottobre 2016), è supportato dalla Commissione europea e vi aderiscono 31 Paesi. L'obiettivo è intraprendere azioni comuni per rispondere al 50% in meno di vittime sulle strade fissato dall'Ue per il 2020, con la speranza di arrivare, appunto, fino a "zero". Il che significa, non solo controlli a tappeto sulle strade, ma anche programmi di educazione stradale, campagne di sensibilizzazione: "Dobbiamo riuscire a rendere consapevoli tutti del fatto che restare uccisi o gravemente feriti in un incidente non è inevitabile e neanche una tragica fatalità: serve un impegno comune e una responsabilità condivisa da forze dell'ordine, istituzioni, costruttori e utenti della strada: in auto, a piedi, in bici, in moto", ha sottolineato Paolo Cestra, presidente Tispol.
Zero vittime per un giorno
La campagna europea è alla sua seconda edizione e sta già dando i primi frutti: l'anno scorso, sempre il 21 settembre, nei 31 paesi che hanno partecipato all'iniziativa si è registrato un calo medio delle vittime pari al 39% rispetto alla stessa giornata del 2015 (da 70 a 43 morti). Più in dettaglio, in 19 paesi, quel giorno, nessuno ha perso la vita sulle strade, in 8 nazioni si è registrata una riduzione e in altri 3, purtroppo, i deceduti per incidente sono aumentati rispetto al 21 settembre 2015. In Italia, i dati della Polizia stradale contano 2 morti e 72 feriti: non siamo a zero, ma è andata meglio dell'anno precedente (3 vittime e 108 persone ferite).
"Certo, c'è ancora molto da fare", ha spiegato Roberto Sgalla, direttore Specialità della Polizia, tra cui la Stradale, "ma l'obiettivo del programma Edward non è un'utopia, piuttosto è una visione sul futuro: questa sfida si può vincere, a patto però di cambiare i comportamenti, altrimenti, vision zero resterà solo un'illusione".