L’antenata è del 1913: l’Alfa Romeo 40-60 HP Aerodinamica, un prototipo realizzato dalla carrozzeria milanese Castagna per il conte Marco Ricotti. La diffusione a macchia d’olio inizierà, invece, soltanto negli anni Ottanta, dopo l’arrivo di qualche modello giapponese e poi della Renault Espace, che segnerà una svolta importante nella definizione di inedite, funzionali architetture automobilistiche. Ma, in realtà, la prima monovolume destinata alla produzione in serie è la Fiat 600 Multipla, presentata al Salone di Bruxelles del 1956 come versione “familiare” della compatta berlina apparsa l’anno precedente.
Sei posti in fila per tre
Nata dalla fertile immaginazione tecnica e stilistica dello staff guidato da Dante Giacosa, la nuova vettura deve sostituire la fortunata variante “wagon”, la Giardiniera-Belvedere, della 500 “Topolino”, facendo però i conti con una base meccanica (ora il motore è dietro) che non facilita certo il migliore sfruttamento degli spazi disponibili per passeggeri e bagagli. Viene così praticamente eliminato il volume anteriore, avanzando al massimo il posto di guida e creando un abitacolo di straordinaria capienza, a fronte di una lunghezza dell’auto che supera di poco i tre metri e mezzo. La Multipla può quindi ospitare fino a sei persone, disposte su tre file di sedili o, abbattendo quelli posteriori, trasformarsi in un piccolo furgone, con l’accesso facilitato dalla presenza di quattro portiere.
Estetica rivedibile
Resta, naturalmente, il quattro cilindri di 633 centimetri cubici della berlina, ma cambiano la disposizione della batteria e del serbatoio carburante, mentre all’avantreno le sospensioni sono quella della Fiat 1100/103 e la ruota di scorta è sistemata all’interno, di fronte al passeggero anteriore, con una funzione anche protettiva considerando che al di là del parabrezza non c’è quasi nulla. In questo senso, lo stesso assetto al volante ricorda più un veicolo commerciale che una vettura e ciò contribuirà a rendere scettici molti potenziali clienti, già sconcertati da un’estetica assolutamente fuori dall’ordinario e da tanti dichiarata senza mezzi termini “brutta”, nonostante la verniciatura bicolore le donasse un pizzico di glamour. E non aiuterà neppure il prezzo: 730.000 lire per la versione 4/5 posti e 745.000 per la 6 posti, rispetto alle 595.000 della normale 600.
Taxi perfetto
Pensata per offrire maggiore comfort e praticità alle esigenze di una famiglia, la Multipla troverà dunque la sua vocazione più apprezzata come mezzo polivalente da lavoro e soprattutto come taxi, maneggevole quanto poco ingombrante in città e con ottime doti per il trasporto pubblico. Non sarà comunque un “flop” dal punto di vista delle vendite, in campo fino al 1967 (dal 1960 con motore di 767 cc, per 29 Cv e oltre 100 km/h) e prodotta in 240.000 unità.
Un modello troppo anticipatore per quei tempi, come per certi versi anche la moderna Multipla del 1998, con il suo telaio “space frame”, il design anticonformista e i sei posti su due file, anche lei amata dai tassisti. Un nome segnato dal destino.