Se ne va un altro pezzo di storia automobilistica americana. Il 31 agosto prossimo verrà chiusa la fabbrica di Detroit dove, dal 1992, è stata prodotta la Dodge Viper, l’apoteosi delle muscle-car “yankee”, anzi nel suo caso forse sarebbe meglio usare il termine “Dixie”, considerando il tradizionalismo di un progetto dall’indubbio fascino ma già, per così dire, datato all’origine.
Fiat Chrysler mette così la parola fine, dopo 25 anni, a quella che possiamo definire l’epopea di un modello che è stato capace comunque di farsi onore anche in campo agonistico, con 5 titoli vinti nel Campionato Costruttori FIA GT e con un successo di classe perfino alla 24 Ore di Le Mans.
Una belva nel motore
Un telaio essenziale, in acciaio, rivestito in vetroresina e un abitacolo scarno hanno accompagnato un motore impensabile per i nostri parametri e, oggi, quanto di più lontano dagli imperativi categorici di economia nei consumi e contenimento delle emissioni inquinanti. Sotto il lunghissimo cofano della prima Viper viene infatti alloggiato un 10 cilindri a V di 8 litri, di origini non certo sportive (la parentela è con i motori dei truck del marchio) ma che si avvale di modifiche suggerite anche dal mitico Carroll Shelby e dalla Lamborghini, all’epoca nella galassia Chrysler. E’ soprattutto la coppia di questo gigantesco propulsore ad impressionare, più della potenza di 400 cavalli e le prestazioni pure, che parlano, d’altra parte, di oltre 260 chilometri orari di velocità massima e di accelerazione da 0 a 100 sotto i 5 secondi, con il favore di un peso che non raggiunge i 1.500 kg.
Dura e pura
Un mezzo per piloti “duri”, capaci di controllare una trazione posteriore priva di qualsiasi supporto elettronico e una frenata non assistita dall’Abs. E, contrariamente a quanto è avvenuto per le sue rivali statunitensi, come la Ford Mustang o la Chevrolet Corvette, via via sempre più attente ai progressi tecnologici, la Dodge ha fatto crescere ancora soltanto il V10, arrivato alla soglia degli 8,4 litri per 600 cavalli, coppia di 760 newtonmetri e spinta fino a superare abbondantemente i 300 chilometri all'ora.
Assai contenute le modifiche nel tempo anche negli allestimenti, mentre la carrozzeria è stata offerta inizialmente con tettuccio amovibile tipo “Targa” e poi nelle varianti coupé e roadster, mantenendo un aspetto aggressivo dal gusto retrò.
Senza eredi
Passata attraverso le complesse vicissitudini aziendali del Gruppo Chrysler, acquisito da Daimler-Benz nel 1998 e quindi da Fiat Group (poi FCA) nel 2009, la Viper esce di scena senza eredi ma lasciando un’impronta ben visibile dagli appassionati, un valore ben al di là dei circa 26.000 esemplari costruiti.