La Rc auto telematica ha permesso di ridurre la frequenza dei sinistri del 20% in Italia e il nostro Paese è primo in Europa per numero di black box installate nelle automobili: 5,3 milioni nel 2016. A dirlo è Cetif, Centro di ricerca in Tecnologie, innovazione e servizi finanziari dell'Università Cattolica di Milano, che ha condotto una ricerca basata su 10 società assicurative del nostro paese. Di queste, il 55% offre polizze basate su dispositivi connessi a Internet, non solo quelli installati nell'automobile o lungo le strade che percorriamo (come i sensori), ma anche quello che portiamo sempre con noi: lo smartphone.
Italia in pole position
La polizza telematica, basata sulla black box che acquisisce in tempo reale i dati sui comportamenti di guida, è un settore in forte espansione in Italia: Mbs Consulting (in base a dati Ania e Ivass) prevede che tra il 2015 e 2020 i dispositivi connessi per auto cresceranno del 15% annuo, fino a una penetrazione del 28% nel 2020; più di un quarto delle nostre macchine avranno la black box fra tre anni. Oggi la penetrazione dei dispositivi connessi è del 16% sul totale delle auto circolanti: l'Italia è prima al mondo, mentre per numero di black box installate siamo secondi solo agli Stati Uniti.
Meno burocrazia
Cetif rileva che in Italia la maggioranza delle assicurazioni propone polizze telematiche per le auto private, ma sono possibili soluzioni anche per motocicli, flotte aziendali e commerciali e biciclette elettriche. I dispositivi connessi a Internet permettono alle compagnie assicurative di essere più vicine al cliente, aiutandolo a trovare comportamenti corretti alla guida, accogliendo le sue richieste e garantendo una risposta più efficiente nella gestione del sinistro, sia con sistemi come e-call per un arrivo veloce dei soccorsi che nelle fasi successive della pratica assicurativa.
Un coach al volante
L'analisi dei dati raccolti dai dispositivi connessi permette anche di mettere a punto polizze auto personalizzate: si può risparmiare pagando in base a quanto si usa la macchina (i chilometri percorsi) e a come si guida: lo sconto sale se non facciamo incidenti. I device connessi possono considerare innumerevoli parametri per capire come ci comportiamo: il tipo di strada (extraurbana o urbana) percorsa, l'orario, le condizioni meteo e di traffico, la frequenza con cui abbiamo cambiato di corsia, accelerato e frenato, e il rispetto dei limiti di velocità. Se siamo troppo disattenti, riceviamo consigli su come migliorare e ridurre i rischi. Negli Usa lo chiamano coaching: l'assicurazione veste i panni del mentore e ci aiuta a essere più prudenti alla guida.