Tanto amata, ma anche tanto criticata, l’auto rimane per quasi tutti i consumatori uno strumento essenziale della mobilità personale. E per molti un simbolo di status anche al tempo delle restrizioni crescenti per i veicoli più inquinanti e del Dieselgate. Lo attesta l’ultima ricerca (la 33esima) dell’Osservatorio Auto di Findomestic, azienda leader in Italia nel settore del credito al consumo. Con l’avvertenza che le auto continuano a fare colpo sui clienti con le prestazioni e il piacere di guida che regalano, ma le motivazioni all’acquisto vanno sempre più nella direzione del benessere a bordo, della facilità di utilizzo e della praticità. E non ultimo uno sconto consistente sul prezzo di listino, garantito soprattutto dalle vetture a “km zero”.
Le vendite verso i 100 milioni
Dalla quota di 62,2 a cui erano scese nel 2009, in piena crisi finanziaria globale, le vendite di auto e veicoli commerciali leggeri sono risalite fino ai 91 milioni dello scorso anno, autorizzando gli osservatori più attenti a pronosticare il taglio del traguardo dei 100 milioni nel 2020. Alla base di questa ripresa, secondo l’Osservatorio di Findomestic, c’è “il rapporto indissolubile tra i consumatori e l’auto”. Per l’88% dei 9mila consumatori intervistati in 15 Paesi d’America, Asia ed Europa e per il 90% di quelli italiani, dell’auto è impossibile fare a meno. Soprattutto per il senso di libertà che offre e il risparmio di tempo che garantisce.
La più desiderata dopo la casa
All’utilità si aggiunge per l’84% il piacere di guida (l’83% per gli italiani, mentre la percentuale s’impenna al 95% per i cinesi, che l’auto l'hanno scoperta da poco, e scende invece sotto il 70% negli Usa e in Giappone dove l’assuefazione al volante è più diffusa). Solo per il 10% degli intervistati (il 13 nel nostro Paese) l’auto fa sognare meno di un tempo. E rimane per molti uno status symbol: in Italia in particolare, per il 18% possedere una bella automobile vuol dire essere “arrivati” agli occhi degli altri (un valore superato solo dalla casa) e il 38% del campione è disposto a spendere un po’ di più per averla. Ciò spiega secondo l’Osservatorio di Findomestic anche il peso crescente sul totale delle vendite dei Suv e dei marchi premium.
Il boom delle chilometri zero
Utili soprattutto, raffinate e performanti possibilmente, ma molto meglio se a buon mercato. L’attenzione al prezzo risulta forte soprattutto da parte dei consumatori italiani, che non per caso risultano bene informati (per il 70%) sulle vetture a chilometri zero (quelle che i concessionari immatricolano a se stessi) ma si dicono anche disposti (per il 95%) ad acquistarle. Beninteso a patto che lo sconto sul listino sia significativo (fra il 15 e il 30% per due intervistati su cinque). L’Osservatorio di Findomestic segnala a questo riguardo che secondo Dataforce nei primi 5 mesi di quest’anno sono già stati immatricolati 130mila veicoli a km zero, fra auto e commerciali leggeri (+72% rispetto a due anni fa) e che in prospettiva le immatricolazioni a se stessi da parte dei concessionari conquisteranno una fetta ancora più importante del mercato.
Futuro elettrico
E il Dieselgate? Per oltre la metà degli intervistati in tutto il mondo e per quasi due terzi in Italia ha avuto un impatto negativo sull’immagine dell’auto e delle marche coinvolte nello scandalo. Ma il peggio deve ancora venire: per i connazionali sentiti da Findomestic, il futuro è delle ibride e delle elettriche (attese rispettivamente al 39% e al 17% del mercato nel 2030) mentre le immatricolazioni di veicoli a gasolio dovrebbero scendere attorno al 10%, al pari di quelle delle auto a benzina.